Dengue: zanzare nel mirino. I rischi e la bella stagione

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Dengue ancora sotto i riflettori, complice anche l’inizio della bella stagione e la comparsa delle prime zanzare in Italia. I numeri sempre più allarmanti che arrivano da Brasile e Sudamerica hanno portato il ministero della Salute, nei giorni scorsi, a diramare una nuova circolare, la terza. I fari sono puntati sugli insetti vettori della malattia. Ma vediamo meglio cosa sta succedendo.

Nell’ultima circolare, “considerato l’approssimarsi in Italia del periodo di maggior attività di Aedes albopictus”, la ben nota zanzara tigre, “vettore potenzialmente competente per la trasmissione di virus Dengue oltre che di altri arbovirus, si invitano Regioni e Province autonome a predisporre tutte le misure previste dal Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi, Pna 2020-2025, atte a ridurre il rischio di trasmissione autoctona di virus Dengue”, raccomanda il ministero.

Ma in cosa consistono queste misure, come dobbiamo comportarci e – soprattutto – quanto dobbiamo preoccuparci? Fortune Italia lo ha chiesto a Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma.

Disinfestazione mirata

“I casi di Dengue in Italia, tra gennaio e febbraio, sono aumentati ma restano limitati a 48 persone e, soprattutto, sono tutti legati ai viaggi – dice Ciccozzi – per il momento non sembra che ci siano casi autoctoni. Il problema vero, come sottolinea anche il ministero, sono le zanzare. Le circolari invitano correttamente a disinfestare aerei, navi, navi da crociera e carichi in arrivo dal Brasile, dal Perù e dai Paesi sudamericani: l’incidenza in queste aree a è altissima, calcoliamo che nel Paese Carioca ci sono circa 990 casi per 100mila abitanti, più di 2 milioni. Erano almeno 20 anni che il Brasile non vedeva un’epidemia di questi livelli”, sottolinea l’esperto.

Le misure

Nell’ultima circolare, come riferisce Adnkronos Salute, si raccomanda di “potenziare la sorveglianza dei casi umani di Dengue su tutto il territorio nazionale, soprattutto in termini di tempestività, di rispetto dei flussi di comunicazione e sensibilizzando gli operatori sanitari, tra cui pediatri di libera scelta e medici di medicina generale, per permettere la rapida identificazione dei casi; implementare tutte le azioni di bonifica ambientale previste, mirate a ridurre i siti di proliferazione e di riparo per le zanzare (ad esempio: rimozione dei potenziali focolai larvali, pulizia e manutenzione di quelli inamovibili, sfalcio della vegetazione incolta)”.

E ancora, provvedere alla predisposizione di misure locali di monitoraggio e di contrasto dei vettori; individuare tutti i potenziali siti a rischio di introduzione di nuove specie di zanzare invasive, quali Aedes aegypti, e “predisporre tutte le misure di sorveglianza e controllo atte a prevenire e contrastare il possibile ingresso e successiva diffusione di questi potenziali vettori di arbovirosi”.

Inoltre il dicastero di Lungotevere Ripa raccomanda di formare su arbovirosi e Dengue il personale sanitario e gli operatori addetti allo svolgimento degli interventi pulizia, sanificazione e disinfestazione, per “creare la situazione ottimale per l’attivazione di misure utili al contrasto ai vettori e alla prevenzione dell’esposizione alle punture e per l’identificazione tempestiva dei casi di infezione; provvedere alle attività per una corretta comunicazione, che aumentino la consapevolezza del rischio Dengue in ambito pubblico (scuole, aree urbane, luoghi ricreativo-sportivi ecc.) e tra gli operatori sanitari, e che incoraggino comportamenti attivi di prevenzione e controllo dei vettori, a livello individuale e nella comunità”.

I rischi legati alle zanzare

Per Ciccozzi a livello generale quest’anno più che mai è importante “la disinfestazione contro le zanzare. La prima va fatta già adesso – sottolinea l’esperto – ma ne dovranno seguire altre. Dobbiamo disinfestare tutte le aree dove le zanzare possono proliferare, quindi ad esempio a Roma le ville, i parchi cittadini e le zone verdi e incolte all’interno delle città. Poi bisogna formare chi si occupa di disinfestazione su materiali e metodi da applicare. A livello personale, invece, evitiamo gli accumuli d’acqua nei sottovasi in balconi e terrazzi”.

Quanto al tema dei viaggi, “dobbiamo fare in modo che le zanzare Aedes aegypti non arrivino da noi. Anche perchè più il virus circola, più è possibile che esso muti e si adatti anche alla ‘nostra’ zanzara tigre, la Aedes albopictus. Ecco perchè è giusto, come si legge nella circolare, che le Regioni si attivino per disinfestazioni mirate. Noi abbiamo un clima temperato – riflette Ciccozzi – che in effetti non è l’ideale per queste zanzare, ma il rischio che la malattia diventi autoctona esiste. La Aedes albopictus può in effetti già essere vettore di Dengue, ma senza mutazione non è così semplice”. Però, come ci ha insegnato Covid-19, i virus mutano, “e possono adattarsi a un altro ospite”, avverte l’epidemiologo.

Il vaccino

Infine non dimentichiamo che esiste un vaccino per la Dengue: “Va fatto se ci si reca in Brasile in questo periodo. Prevenzione, sorveglianza e disinfestazione sono le parole d’ordine per fronteggiare questa insidia in modo efficace”, conclude Ciccozzi.

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