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“Ci fermiamo qui. Ritiriamo l’offerta”. Il quote non è fedele ma la fermezza della comunicazione sì. La notte fra il 5 e il 6 giugno 2019 resterà uno snodo chiave nella storia dell’industria dell’auto. La decisione di Fca di non andare avanti nella fusione con Renault è un passaggio senza precedenti, nelle modalità e nelle motivazioni. E segna uno spartiacque. Innanzitutto, nei rapporti fra mondo dell’impresa e quello della politica. E poi anche negli equilibri interni al gruppo italiano, con la leadership di John Elkann che si afferma in maniera netta, inequivocabile, portando a compimento un processo di piena legittimazione iniziato con la scomparsa di Sergio Marchionne.

Senza togliere nulla al ruolo dell’amministratore delegato Mike Manley, quella notte è l’azionista, il presidente, a staccare la spina. Spetta a lui l’indirizzo strategico e lo esercita fino in fondo. Ha condiviso valutazioni con i suoi uomini, ha ascoltato chi spingeva per concedere ancora tempo, ma ha preso poi una decisione che ha comportato anche un’assunzione di responsabilità personale. Un ex manager di Fca fornisce un’interpretazione autentica dull vicenda Renault: “ha imparato da Marchionne, ha pensato a cosa avrebbe fatto lui in quelle condizioni, e non ha avuto dubbi”.

La decisione presa segna una rottura che cambia le regole del gioco. Questo, a prescindere da quello che accade dopo. Quando va in stampa questo numero di Fortune Italia, sono in corso contatti informali tra le parti per una ripresa delle trattative. Quando sarà in edicola, potrebbe essersi anche celebrato il matrimonio. Paradossalmente, un dettaglio rispetto alla portata di quello che si è consumato quella notte.

C’è un momento preciso in cui una decisione così sensibile prende la strada che la porta a essere una notizia. È quando il vertice la condivide con i collaboratori più stretti, per poi informare la prima linea di management, i legali, l’investor relator e la struttura della comunicazione. Una trafila che quella notte subisce un’accelerazione imprevedibile e arriva fino al comunicato stampa. Sono proprio le parole della nota ufficiale di Fca a delineare un solco tra un prima e un dopo. “È divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo”.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di luglio.

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