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Il Governo deve scontentare qualcuno

Mi occupo da molti anni di tutela dei diritti dei cittadini e di promozione della partecipazione civica. In definitiva mi occupo di fare politica, di provare a cambiare le cose nel nostro paese avendo la fortuna di avere un punto di vista privilegiato su quello che accade in Italia ma devo confessare che sto facendo negli ultimi mesi una esperienza interessante che credo “ci dica” qualcosa di questa fase.

 

A metà marzo, in piena emergenza covid, come Cittadinanzattiva decidiamo di fare una proposta per reperire risorse per finanziare l’assistenza domiciliare che emergeva essere un pesantissimo punto di debolezza nella gestione del servizio sanitario nazionale, a maggior ragione in una situazione di emergenza.

 

Individuiamo il bisogno e lavoriamo sulla copertura finanziaria, facendo una proposta per intervenire sulla rimodulazione della tassazione delle sigarette cosiddette da “tabacco riscaldato” che hanno un trattamento fiscale molto vantaggioso rispetto a molti paesi europei, e non europei, assimilabili al nostro.

 

Questa rimodulazione garantirebbe su tre anni risorse di 1,2 miliardi di euro complessivi da investire sulla assistenza domiciliare. Iniziamo a creare una coalizione che in pochi giorni raggiunge oltre 70 soggetti del mondo delle organizzazioni civiche, delle società scientifiche, delle professioni sanitarie, delle imprese. Facciamo una proposta di emendamento al “cura italia” che al Senato viene raccolto da una pattuglia di senatori di tutti i partiti di maggioranza, primo firmatario Nannicini, e di Forza Italia.

 

Dopo discussioni, e qualche polemica, l’emendamento non passa anche per la mobilitazione ovviamente forte di chi, produttore di questa tipologia di sigarette, avrebbe perso risorse finanziarie dalla rimodulazione delle tasse. L’emendamento viene trasformato in ordine del giorno ed approvato, notoriamente un ordine del giorno non si nega a nessuno, con l’impegno di riparlarne nel decreto successivo.

 

Da fonti del governo trapela che “non si vuole dare l’impressione che si mettano nuove tasse in questo momento, vediamo con il prossimo decreto cosa fare”.

 

Si sa, i cittadini attivi sono noti per essere dei rompiscatole, ed in attesa che il decreto “aprile” (poi diventato “maggio” e poi “rilancio”) si preparano. Allarghiamo la coalizione a sostegno, parliamo con i gruppi parlamentari delle varie forze politiche raccontando e motivando la nostra proposta ed arriviamo a questi giorni, la proposta viene presentata da un fronte molto più ampio alla Camera di maggioranza ed opposizione.

 

Puntuale riappare da fonti del governo il timore che possa apparire che si vogliano mettere nuove tasse o che l’azienda che gode di questi benefici possa decidere, a fronte di una diversa tassazione, di disinvestire nel nostro paese.

 

Voglio essere chiaro. Sono laico nella mia valutazione e credo che sia assolutamente normale che l’impresa, o le imprese, in questo ed in altri casi facciano tutto quello che la legge consente per difendere il proprio legittimo interesse al fine di conservare un beneficio di cui godono

 

Il problema non è questo. Il problema è che quello che accade nelle nostre vite, come insegna la vicenda covid, non è scolpito nella roccia.

 

Le cose cambiano molto rapidamente ed altrettanto rapidamente bisogna prendere delle decisioni. Non si può pensare di governare “senza scontentare nessuno” perché se in condizioni normali è difficile in queste è impossibile. Abbiamo un debito pubblico che storicamente non ci aiuta e che sta diventando gigantesco, condizioni infrastrutturali penalizzanti, disuguaglianze di carattere economico e sociale che stanno aumentando, una popolazione anziana che sta aumentando e che ha bisogno di assistenza e le giovani generazioni che chiedono opportunità, la necessità diriscrittura di un patto generazionale che semplicemente non c’è più.

 

Il compito di chi governa, e non invidio chi lo sta facendo in questa situazione, è definire delle priorità tra diversi interessi legittimi, fare delle scelte, avere la forza e la legittimità politica di motivarle, metterle al servizio di una visione sul futuro del paese mobilitando il consenso sociale e assumendosi i rischi conseguenti.

 

Per questo la vicenda di cui vi ho raccontato è interessante. Stiamo parlando di due interessi legittimi, rimodulare le tasse per investire nel servizio sanitario e difendere il proprio regime di tassazione, ma in questo momento tra di loro incompatibili. Il governo dovrà scegliere avendo la forza di motivare la scelta in modo trasparente. Elementi questi essenziali nel processo decisionale di un paese normale.

 

Qualcuno non sarà contento, qualcuno meno ma forse sarà l’occasione per “abituarci” a quello con cui dovremo fare i conti nei prossimi mesi se vogliamo avere l’ambizione di cambiare, davvero, le cose.

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