Per la settimana della moda di Milano, Giorgio Armani ha scelto una strada semplice, in un anno che chiede al settore soluzioni senza precedenti: un Armani Fashion Show, andato in onda il 26 settembre, in prima serata su La7. “Le idee più semplici a volte possono essere le migliori”, ha commentato con il Corriere della Sera. La tv “non è mai stata utilizzata per raccontare una collezione nuova, che nemmeno gli addetti ai lavori hanno ancora visto. Si parla di democratizzazione, e cosa c’è di più democratico della televisione?”. Già a febbraio, all’epoca dei primi casi di Coronavirus, Armani (che ha chiuso il 2019 con un fatturato netto di 2,1 mld, +2,3%) aveva deciso di far sfilare a porte chiuse (e in streaming) la collezione autunno-inverno. Ad aprile, con la lettera sul quotidiano americano Wwd, l’imprenditore ha posto all’intero settore interrogativi non solo sul futuro post-Covid, ma anche sui ritmi della moda attuali, sul bisogno per il mercato del lusso di rallentare, di rispettare la stagionalità, di non inseguire il fast fashion. Questo non significa farsi trovare impreparati dall’evoluzione digitale: è di luglio l’accordo con Yoox per riprogettare l’esperienza di acquisto tra negozi fisici e online.