NF24

Un patto-Paese per la sanità del futuro

digital health
Gilead

“Occorre un grande patto-Paese per il futuro della salute. Un ministro non basta. Tutti i player della sanità devono progettare insieme la sanità del futuro”. È stato il ministro della Salute Roberto Speranza a definire i contorni di ciò che dovrà accadere nell’immediato per iniziare il nuovo corso della sanità italiana, intervenendo stamani al webinar di presentazione dei risultati della ricerca Censis “I cantieri della sanità del futuro”, realizzata grazie al contributo di Janssen Italia.

Per rilanciare il Sistema sanitario nazionale (Ssn) “possiamo contare su condizioni nuove e che ci consentono di tornare a investire in un Ssn, che ha mostrato la sua forza proprio nel periodo più duro della pandemia. Si apre una stagione nuova di investimenti, che chiude quella dei tagli alla sanità”, ha aggiunto Speranza. Che ha fatto esplicito riferimento ai 20 miliardi di euro destinati a questo capitolo di spesa che arriveranno dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), rivendicando come l’obiettivo sarà quello di mantenere l’universalismo dell’assistenza sanitaria previsto dall’articolo 32 della Costituzione.

Prossimità sarà la parola chiave che dovrà guidare ogni sorta di investimento e di azione. Perché è questo che chiedono i cittadini, e dalle loro esigenze si deve partire per la progettazione della sanità futura. “È questo il vero valore aggiunto del progetto realizzato insieme al Censis: l’ascolto del territorio, dei cittadini, dei pazienti”, ha detto Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia, in sintonia con le parole di Speranza per quanto riguarda la presa di coscienza anche da parte dei privati che ogni attore del sistema salute deve accettare la sfida e la responsabilità di giocare una partita di squadra.

“In una logica di ecosistema, pensando a un sistema sanitario non come un fortino chiuso, ma in grado di mobilitare soggetti, risorse e competenze diverse, pubbliche e private, per arrivare a soluzioni ottimali”, ha fatto eco Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis. Perché è proprio questo ciò che chiede quasi un italiano su tre: maggiore collaborazione tra pubblico, privato, non profit, volontariato e gli stessi cittadini, come è emerso dall’indagine.

Uno degli strumenti per poter raggiungere il traguardo di un’assistenza sanitaria a misura d’uomo, sarà la digitalizzazione delle cure. Che va molto oltre la possibilità di dialogare con il proprio medico via sms.

Secondo la ricerca Censis infatti ciò che chiede l’86% degli italiani è poter prenotare prestazioni sanitarie direttamente da smartphone, pc e laptop, così come avere accesso alla cartella sanitaria ovunque e in modo semplice.

Il che si traduce anche in una maggiore efficienza, con liste d’attesa più brevi e migliori servizi auspicati da un cittadino su due, e in una maggiore attenzione al malato come persona. Problema, quest’ultimo, lamentato dal 33% dei cittadini.

Interessante anche un altro dato emerso dal sondaggio dell’istituto di ricerca: un terzo dei cittadini ha finalmente compreso che di essere parte del cambiamento. Tutto parte anche dalla responsabilizzazione circa il fatto che i propri comportamenti e il proprio stile di vita hanno un effetto diretto sulla salute e su costi della sanità pubblica.

“Una lezione imparata anche grazie agli evidenti effetti positivi sulla pandemia prodotti dal mantenimento del distanziamento sociale e dall’indossare la mascherina”, ha affermato l’assessore alla Sanità della Regione Puglia Pierluigi Lopalco, ricordando come “l’alfabetizzazione sanitaria dei cittadini sia un vero e proprio determinante di salute”.

Sono molti però i nodi ancora da sciogliere, perché questi cantieri della sanità del futuro di traducano in opere e risultati tangibili. A partire dalle risorse economiche disponibili.

”Gli investimenti previsti dal Pnrr non potranno essere una soluzione una tantum”, ha sottolineato Valerii, perché molto altro – circa 50 miliardi di euro in più – servirà a colmare il gap di investimenti in sanità che separa l’Italia, dove si investe il 7,5% del Pil, da altri Paesi europei come la Germania dove si arriva al 10%.

Altro punto critico, quello del personale. “Una sanità vicina ai malati cronici e agli anziani non sarà possibile se non si agirà per contrastare la carenza ormai cronica di personale medico e sanitario. Bisogna agire su piani di formazione per le figure mancanti”, ha puntualizzato l’assessore alla Salute del Veneto Manuela Lanzarin. Che ha trovato una sponda anche in Lopalco, il quale da un lato propone “il task shifting di ciò che non è strettamente un atto medico verso altre figure sanitarie, così da permettere di dedicarsi alle proprie attività ‘core’”, e dall’altro “di riformare il percorso della formazione specialistica. Consentendo ai laureati di entrare subito in corsia, conseguendo la specializzazione ‘sul campo’ senza dover attendere la disponibilità di borse di studio che saranno sempre numericamente inferiori alla quantità di specialisti di cui necessita il Ssn”.

Un medico che deve essere “sempre più vicino ai cittadini, anche con una tecnologia e una formazione tecnologica raggiungibile attraverso una ‘rivoluzione gentile’ che porti anche alla possibilità di effettuare esami diagnostici a domicilio e al dialogo digitale del medico del territorio con specialisti e ospedale”, ha aggiunto l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato.

Del resto “è l’umanizzazione delle cure la vera sfida per poter migliorare l’accesso alla salute anche grazie al digitale e a risorse umane sufficienti”, ha chiosato Scaccabarozzi. “Allocare meglio le risorse attraverso un approccio orizzontale e non più a silos come è stato negli ultimi anni, oltre che attraverso la partnership pubblico-privato”, permetterà anche di migliorare l’equità di accesso alla sanità invocata dal oltre un quarto dei cittadini. Riducendo così le intollerabili differenze territoriali a cui assistiamo da molti anni.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.