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Parità salari e pharma, Scaccabarozzi: L’innovazione è donna

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In un settore caratterizzato da una presenza femminile del 43%, che sale al 47% nel caso degli under 35, l’attenzione al tema della parità salariale e alle diversità non è recente. “La nuova legge sulla parità salariale è un provvedimento positivo, perché va a tutelare e valorizzare quella che è una nuova concezione del lavoro, più attenta alle persone che ai profili professionali. E credo che questo sia l’elemento positivo. Per noi non è una novità, ma un bel percorso che abbiamo intrapreso da tempo”. Parola di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, dopo il via libera della nuova legge.

“Noi come settore – sottolinea il presidente di Farmindustria, raggiunto telefonicamente – abbiamo una presenza femminile molto importante”, del 43% rispetto al 29% dell’industria manifatturiera. “Addirittura nell’ambito della ricerca è superiore al 50%. Da uomo sono orgoglioso di dire che, siccome la nostra ricerca produce innovazione, e la maggioranza dei ricercatori da noi è donna, l’innovazione è donna“.

Non solo, nel pharma “a livello di quadri e dirigenti abbiamo una presenza femminile del 42%, un numero altissimo rispetto all’industria manifatturiera che è ferma al 21%. Inoltre se noi guardiamo gli under 35 i quadri e dirigenti donna passano al 52%. Questo vuol dire che il trend continua”.

Il provvedimento, che modifica il codice sulle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, prevede anche un sistema premiale, grazie al quale alle aziende private in possesso della certificazione sarà concesso uno sgravio di complessivi contributi previdenziali a carico dei datori, non superiore all’1% e nel limite massimo di 50 mila euro annui per ciascuna azienda, entro un limite dei 50 milioni annui. “Mi auguro che sia utile a favorire l’effettiva parità salariale. In una società civile – riflette Scaccabarozzi – non dovrebbe essere necessario, e noi come aziende siamo già attente a questi temi, ma diventa utile perché sappiamo che in alcune realtà non è così”.

Per Scaccabarozzi l’attenzione alla forza lavoro femminile si declina in molti modi. “Noi siamo impegnati in azioni che non penalizzino alcune categorie di dipendenti, ad esempio attraverso politiche di welfare. Il 100% degli addetti può avere accesso a previdenza e sanità integrativa, abbiamo servizi di assistenza nel 73% dei casi, nel 43% abbiamo assistenza per familiari e anziani non autosufficienti e nel 73% flessibilità oraria, dal part time allo smart working. Ma anche trasporti, asili nido, mensa. Abbiamo aziende che hanno servizi all’interno come il take away in mensa, per chi lavora fino a tarda sera, o servizi di lavanderia. Il dipendente, sia esso donna o uomo, in questo modo è sostenuto e può avere le stesse opportunità”.

Quanto alla composizione dei Cda, a che punto è il pharma? “Non so dirlo, ma nella farmaceutica la presenza femminile anche a livello di vertici aziendali è molto evidente. In particolare penso al settore delle risorse umane, e questa sensibilità probabilmente ha portato avanti iniziative che garantissero le pari opportunità e l’inclusione non solo delle donne, e dunque in base al genere, ma di tutte le diversità. Insomma”, anche considerate le esperienze del pharma “quello sulla nuova legge è un giudizio positivo, perché – ribadisce Scaccabarozzi – questa misura valorizza una nuova concezione di lavoro, più attenta alle persone che al profilo professionale”.

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