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Il misterioso rifiuto del vaccino Moderna

vaccino Moderna
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Mentre la campagna vaccinale anti-Covid vola, spinta dal super green pass e dai timori per la variante Omicron, si assiste a un curioso fenomeno: il rifiuto del richiamo con  il vaccino Moderna.

Bisogna dire, intanto, che in attesa di consegne, almeno nel Lazio – e come segnala ‘Il Mattino’ anche in Campania – c’è una maggior disponibilità di vaccino Moderna, proposto spesso per i richiami. Ma “molti utenti a cui viene proposto Moderna alzano i tacchi e se ne tornano a casa senza vaccinarsi, soprattutto se si è assunto AstraZeneca nella prima puntura e Pfizer nella seconda”, si legge sul quotidiano.

Nel Lazio invece, a quanto apprendiamo, è partita la ‘caccia’ ai centri dove poter prenotare Pfizer. Ebbene, dal momento che Moderna è un vaccino a mRna, dunque dello stesso tipo rispetto a Pfizer, sostanzialmente equivalente al primo nell’efficacia e nella protezione immunitaria, ci siamo chiesti le ragioni di questo improvviso rifiuto.

Se da un lato i ‘vaccinandi’ ci spiegano che il timore è legato al fatto di dover cambiare vaccino (chi ha fatto Pfizer vuole continuare così, mentre chi veniva da un vaccino a vettore virale è scettico rispetto all’idea di cambiare addirittura per la terza volta), altri hanno chiamato in causa le dichiarazioni dell’azienda a proposito della variante Omicron.

L’Ad Stephane Bancel qualche tempo fa aveva detto, in un’intervista al Financial Times, di pensare che i vaccini esistenti fossero molto meno efficaci contro la variante Omicron. Nel frattempo i primi dati sono risultati piuttosto rassicuranti, ma è rimasta una sorta di ‘ombra’ su Moderna. ”Se dalla stessa azienda dicono che il loro vaccino non funziona contro questa variante e che occorre adattarlo, perché devo farmi somministrare un prodotto che funziona meno?”, ci dicono. Insomma, ecco che molti hanno iniziato a snobbare Moderna.

Ma ha senso? L’abbiamo chiesto a Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi. “Non ha nessun senso rinunciare a Moderna per Pfizer. Oltretutto, su medio periodo, ha un mantenimento maggiore della protezione”, ci dice lapidario il virologo.

L’esperto rassicura anche chi ha dubbi sull’approccio eteronomo. “L’eterologa ha dimostrato nel tempo un’efficacia maggiore, perché i diversi vaccini stimolano la produzione di anticorpi verso parti diverse della proteina Spike. E ormai diversi studi evidenziano questo aspetto”.

E la variante Omicron? “Su Omicron – spiega ancora Pregliasco – abbiamo ancora poche informazioni. Sembrerebbe che, a prescindere dal tipo di vaccino, con due somministrazione la protezione sia oggettivamente più bassa, ma le tre vaccinazioni sembrano dare comunque una buona protezione“, assicura.

“E’ chiaro che questa variante Omicron riporta un po’ indietro il discorso complessivo e rilancia l’esigenza di una continuità vaccinale: questa variante è un problema anche per quanto riguarda la reinfezione dei guariti. Una cosa che sapevamo essere tipica dei coronavirus”. Quindi? “Non fasciamoci la testa: sappiamo che la terza dose è sicuramente utile per rafforzare la protezione“. Anche contro Omicron.

 

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