Variante Omicron e rischi, ottimismo dai primi studi

variante Omicron
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Mentre gli ultimi dati Iss danno una presenza della variante Omicron in Italia al 28%, ma in forte aumento, i primi dati internazionali autorizzano a tirare un mezzo sospiro di sollievo. La variante si conferma più contagiosa rispetto alla Delta (che ancora domina nel mondo), ma appare meno aggressiva.

A dircelo sono tre diverse ricerche, condotte rispettivamente in Sudafrica, Inghilterra e Scozia: dagli studi emerge un minor rischio di ospedalizzazione per le infezioni da variante Omicron rispetto alla variante Delta. Tra le ragioni di questa minore severità, i ricercatori ipotizzano possa avere un ruolo anche l’elevato tasso di immunizzazione derivante dalle vaccinazioni o dalle precedenti infezioni. 

La variante Omicron o B.1.1.529, segnalata alla fine del novembre in Sudafrica, nella provincia di Gauteng, è caratterizzata da un elevato numero di mutazioni nella proteina Spike e nella sua area RBD, molte delle quali potrebbero essere associate con un aumento della trasmissibilità e della capacità di evasione immunitaria. Dalle prime osservazioni epidemiologiche, ricorda il report sul Coronavirus dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, sembra che questa variante abbia una maggiore capacità di evasione immunitaria, ovvero riesca a reinfettare più facilmente chi ha superato una precedente infezione.

L’Agenzia di sicurezza sanitaria del Regno Unito, sulla base delle prime osservazioni epidemiologiche, indica che Omicron si trasmette più facilmente di Delta: il tasso di tasso di attacco secondario è stato infatti stimato due volte più alto, con un numero Rt di 3,7. Il rischio di reinfezione con questa variante sarebbe da tre a otto volte maggiore rispetto a Delta.

Uno studio della Facoltà di Medicina LKS dell’Università di Hong Kong ha stimato che Omicron si moltiplica 70 volte più velocemente della variante Delta nei bronchi umani, il che può spiegare la sua maggiore infettività. Lo studio però ha anche mostrato che l’infezione di Omicron nelle cellule polmonari è significativamente inferiore rispetto a quella del ceppo originario di Sars-CoV-2, il che può essere un indicatore di una minore gravità della malattia.

A conclusioni simili è arrivato uno studio dell’Università di Cambridge, che ha riscontrato una consistente evasione immunitaria di Omicron rispetto alla vaccinazione con doppia dose, soprattutto con Vaxzevria, e ha verificato che la capacità di neutralizzazione della variante viene riattivata con una terza dose a mRna. Lo studio ha rilevato ancora una volta una minore infettività nelle cellule polmonari e una marcata riduzione nella formazione di sincizi, ovvero cellule infette fuse tra loro. Secondo questa ricerca, in conclusione, Omicron potrebbe aver guadagnato capacità di evasione immunitaria al prezzo di una minore capacità di replicazione polmonare e patogenicità.

Eccoci infine alle tre ricerche, realizzate in Sudafrica, Inghilterra e Scozia. I ricercatori dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive di Johannesburg hanno misurato un tasso di ospedalizzazione dovuto a variante Omicron inferiore dell’80% nel complesso, e del 70% rispetto alle infezioni da variante Delta.

In Inghilterra, gli epidemiologi dell’Imperial College hanno stimato che gli infettati con variante Omicron hanno dal 15% al 20% in meno di probabilità di finire in ospedale, percentuale che sale al 50/60% tra coloro che hanno avuto una infezione precedente. E un gruppo di ricerca dell’Università di Edimburgo, sulla base dei primi dati del sistema ospedaliero, ha comunicato una riduzione dei due terzi delle ospedalizzazioni da Omicron rispetto a quelle da Delta. Inoltre il richiamo a coloro che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 25 settimane protegge anche contro l’infezione asintomatica da variante Omicron.

Tra le ragioni di questa minore severità, come già anticipato, i ricercatori ipotizzano possa avere un ruolo anche l’elevato tasso di immunizzazione derivante dalle vaccinazioni o dalle precedenti infezioni. Ecco perché possiamo tirare un mezzo sospiro di sollievo, sempre che i dati saranno confermati, e Omicron surclasserà Delta.

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