Covid in Italia, aumentano incidenza ed Rt

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Colpo di coda della quarta ondata Covid-19 in Italia? I dati principali del monitoraggio della Cabina di Regia, diffusi dall’Istituto superiore di sanità confermano quanto anticipato ieri dalla Fondazione Gimbe: dopo cinque settimane torna a salire la curva dei contagi. E aumenta anche l’indice di contagiosità Rt.

Il virus, che ieri ha fatto registrare 48.483 nuovi casi, con 156 morti a fronte di 453.341 tamponi (e un tasso di positività che sale al 12%) circola ancora. E se ieri il numero dei positivi è tornato sotto il milione, Covid-19 corre in particolare fra i bambini, meno vaccinati. Così, mentre la fine dello stato di emergenza si avvicina e da più parti si spinge per allentare le misure anti-Covid, a partire da green pass e mascherina, si moltiplicano gli appelli degli esperti pro mascherine al chiuso: con questi dati, è il ragionamento, è troppo presto per rinunciare a questa misura.

Ma vediamo i dati del monitoraggio. Aumenta (e non poco) l’incidenza settimanale a livello nazionale: 510 casi ogni 100.000 abitanti (04 -10/03/2022) contro 433 ogni 100.000 abitanti (25/02/2022 -03/03/2022), dati flusso ministero Salute. In aumento nel periodo 16 febbraio – 1 marzo anche l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici: è a 0,83 (range 0,73 – 0,95), in aumento rispetto alla settimana precedente quando era a 0,75, ma ancora al di sotto della soglia epidemica. Stesso andamento si registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero: Rt=0,82 (0,79-0,85) al 1/03 contro Rt=0,77 (0,75-0,79) al 22/02.

“Purtroppo l’Rt è salito rispetto alla settimana scorsa, ma per fortuna è ancora sotto l’1. Un fenomeno che è indicatore del rialzo nel numero di nuovi casi . Un fenomeno – spiega a Fortune Italia il virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi – probabilmente legato sia a un’esecuzione di un maggior numero di tamponi, sia agli sbalzi termici di quest’ultima settimana, dove ci sono state grandi escursioni nell’arco della giornata. Ma forse ci si è lasciati anche un po’ troppo andare alla luce dei buoni risultati ottenuti nelle scorse settimane”. Insomma, ci si è rilassati parecchio, e il virus non è stato fermo.

“Un ruolo – aggiunge Pregliasco – può averlo avuto anche la bassa quota di vaccinati tra 5 e 11 anni: è pari a circa il 31%, un dato buono perché tutto sommato temevo ancora meno, ma che ‘fotografa’ una fetta di popolazione scoperta, che può fungere da serbatoio” per la variante Omicron.

Dunque adesso la raccomandazione del virologo è quella di “proseguire nell’allargamento delle maglie delle misure, ma con grande cautela e progressione: il virus è ancora con noi. Dunque si conferma l’esigenza per gli adulti e per i bimbi di vaccinarsi e soprattutto per i primi di fare la terza dose, perché ce ne sono un po’ che mancano all’appello. E questo ci preoccupa, anche alla luce anche di un possibile rialzo del virus in autunno”. Quello di Pregliasco è un messaggio semplice: “E’ importante vaccinare sia gli italiani che le povere persone che arrivano per sfuggire dalla guerra in Ucraina”.

Quanto al monitoraggio, buone notizie arrivano dagli ospedali: il tasso di occupazione Covid in terapia intensiva continua a scendere: è al 5,5% (rilevazione giornaliera al 10 marzo) contro il 6,6% (al 03 marzo). Stessa cosa per il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale: scende al 12,9% contro il 14,7% precedente.

Cinque Regioni sono classificare a rischio moderato, e di queste una è ad alta probabilità di progressione verso il rischio alto. Le restanti  sono classificate a rischio basso.

In leggero aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti  (17% vs 16% la scorsa settimana). Mentre cresce la percentuale dei casi Covid rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37% vs 35%), e diminuisce quella dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (46% vs 49%). Insomma, Covid-19 ha ancora numeri elevati, che non permettono “una puntuale mappatura dei contatti dei casi”, si legge nel monitoraggio.

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