Se Covid-19 è di nuovo in aumento in Italia, la ‘colpa’ è della variante Omicron (e della sottovariante Omicron 2) A raccontarcelo è l’ultima indagine rapida condotta condotta dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
Scopriamo, infatti, che il 7 marzo scorso la variante Omicron era predominante nel nostro Paese, con una prevalenza stimata al 99,9%, e una variabilità regionale tra il 99,2% e il 100% (la variante Delta è dunque ridotta allo 0.08%). Mentre il sottolignaggio BA.2, l’ormai celebre Omicron 2, pari al 44,1% del totale dei vasi di variante Omicron, è stato riscontrato nella quasi totalità delle Regioni (con l’eccezione della Valle D’Aosta).
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi a Covid-19 e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto in maniera casuale fra quelli positivi, cosa che – secondo gli esperti – garantisce una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale hanno partecipato all’indagine tutte le Regioni e Province autonome, 117 laboratori regionali e il Laboratorio di Sanità militare, e sono stati sequenziati 1.984 campioni.