Sulla sanità Amazon si chiarisce le idee: Amazon Care chiude entro l’anno

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Amazon si chiarisce le idee sulla sanità, e comincia a capire su cosa puntare. Dopo aver fatto un’offerta per Signify Health, una società americana che si occupa di assistenza sanitaria a domicilio, e dopo la scommessa sulla telemedicina con l’acquisizione di One Medical, ora il colosso americano decide di chiedere la sua iniziativa sull’assistenza ‘ibrida’: Amazon Care.

Amazon, come riportato inizialmente dal Washington Post (che è di proprietà del fondatore di Amazon, Jeff Bezos), ha annunciato ai suoi dipendenti che chiuderà Amazon Care entro la fine dell’anno.

Una notizia sorprendente, visti gli impegni recenti in sanità, ma che fa capire come il gigante di Seattle stia pian piano capendo su cosa, nel mondo della sanità, vale la pena puntare. Nel caso di Amazon Care, evidentemente, il gioco non vale la candela.

In una comunicazione allo staff condivisa poi da Amazon con i media, la guida di Amazon Health Services (ovvero il dirigente che sta portando Amazon nel mondo dei servizi sanitari), Neil Lindsay, avrebbe affermato che l’obiettivo di un servizio di assistenza primaria da offrire alle aziende clienti “non rappresentava un’offerta abbastanza completa per le grandi imprese a cui ci rivolgevamo, e non sarebbe andata a buon fine”.

Amazon Care è un’iniziativa lanciata nel 2019, inizialmente solo per i dipendenti Amazon nell’area di Seattle. Successivamente è stata aperta anche ai dipendenti di altre aziende in tutti gli Stati Uniti. Consiste (o consisteva, visto la decisione di chiuderla) in un mix di assistenza sanitaria di tipo generale o specialistico, virtuale o in presenza, ma sempre a domicilio, senza il coinvolgimento di cliniche o studi medici.

Il Washington Post ha riportato che decine di persone impiegate da Amazon Care potrebbero perdere il loro posto di lavoro, a partire da questo autunno.

Le iniziative nella salute del colosso guidato da Andy Jassy e fondato da Jeff Bezos sono ormai parecchie, e testimoniano come si tratti di un settore che interessa molto a Seattle.

Nel 2020 era iniziata l’avventura con i farmaci online, poco tempo fa è stata la volta dell’intesa con il Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle per la realizzazione di vaccini innovativi contro patologie che vanno dai tumori al seno al melanoma. Poi Amazon si è lanciata nelle cure a distanza con un’offerta per l’acquisizione di One Medical, azienda statunitense che offre servizi sanitari ‘classici’ ma anche innovativi, come la telemedicina. Una transazione del valore di circa 3,9 miliardi di dollari.

E un’offerta è stata fatta anche per Signify Health, secondo ‘Wall Street Journal’; questa volta dei tratta di un’azienda di assistenza domiciliare che si occupa di gestione del personale sanitario e dell’ottimizzazione dei piani assicurativi. A contendere la società ad Amazon è, insieme ad altre, Cvs Health: si saprà dell’esito delle offerte ai primi di settembre.

“Pensiamo che l’assistenza sanitaria sia in cima alla lista delle esperienze che hanno bisogno di essere reinventate”, aveva detto Lindsay commentando l’acquisizione di OneMedical. “Prenotare un appuntamento, aspettare settimane o addirittura mesi per essere visitati, prendersi una pausa dal lavoro, guidare, arrivare in una clinica, trovare un parcheggio, aspettare in sala d’attesa per quelli che troppo spesso sono pochi minuti frettolosi con un medico, e poi fare un altro viaggio in farmacia: vediamo molte opportunità sia per migliorare la qualità dell’esperienza, che per restituire alle persone tempo prezioso delle loro giornate”.

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