Covid in Italia e il grande calo dei ricoveri

ricoveri Covid
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Mentre il bollettino giornaliero dei casi Covid in Italia viaggia intorno ai 20mila contagi – ieri sono stati 24.855, con 80 morti – anche gli ospedali continuano a svuotarsi. Come emerge dall’ultimo rapporto Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), nell’ultima settimana c’è stato un netto calo dei ricoveri Covid: -21,5%.

Il calo osservato nella settimana 30 agosto-6 settembre è il più importante registrato nell’ultimo mese e mezzo e, secondo gli esperti Fiaso, rappresenta un “chiaro segnale di indebolimento del virus in questa fase”. Insomma, alla ripresa delle attività dopo l’estate Sars-Cov-2 è in netto calo. Ma dal momento che la pandemia non è finita, resta un grosso punto interrogativo su quello che accadrà dopo il ritorno in massa a scuola e al lavoro, senza distanziamento o altre misure anti-Covid.

Intanto il report ci dice che nell’ultima settimana sono calati sia i pazienti nei reparti ordinari (-21%) sia – in misura maggiore – quelli nelle terapie intensive (-28%), dove ormai le presenze sono molto ridotte. Quelli che Fiaso definisce ricoveri per Covid, tuttavia, non sono diminuiti di molto (-6%). Più netta, invece, la discesa dei ricoverati con Covid (-33,8%), ovvero i soggetti che scoprono per caso la positività. Ma come mai? “È possibile che questa differenza nella velocità di discesa fra i due gruppi di pazienti dipenda da una più lunga degenza media dei per Covid”, suggeriscono dalla Federazione.

Segnali positivi anche dai ricoveri pediatrici. In una settimana il numero di bambini negli ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria della rete sentinella Fiaso si è ridotto del 16%. Il 58% dei ricoverati ha tra 0 e 4 anni.

“La flessione della curva di infezioni e ricoveri Covid e l’attenzione dirottata verso altri temi urgenti come il caro energia che colpisce anche gli ospedali – commenta il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – non ci devono far dimenticare la lezione imparata in due anni di pandemia: è necessario, ora più che mai, investire maggiormente sulla sanità pubblica”.

“Occorre farlo, nell’emergenza, a partire da un contributo per i rincari della bolletta energetica, ma bisogna affrontare strutturalmente la questione incrementando ancora il fondo sanitario nazionale ed eliminando i tetti di spesa per il personale, che costringono le aziende sanitarie e ospedaliere a non poter assumere tutte le figure professionali necessarie per rendere più efficiente e innovativo il sistema sanitario nazionale. L’emergenza Covid sia ora quella crisi che si trasforma in opportunità”.

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