Biotecnologie protagoniste, torna la Biotech Week

Dna
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Circa ottanta appuntamenti per conoscere meglio il mondo delle biotecnologie. Un settore che in Italia conta quasi 800 aziende, per l’82% piccole e micro, che utilizzano tecnologie di biologia molecolare avanzata applicate alla salute, ai processi industriali e ambientali e all’agricoltura e zootecnia. E che nel 2020 hanno generato un fatturato di oltre 10 mld di euro, impiegando 13mila addetti in gran parte laureati.

Torna fino al 2 ottobre la Biotech week, per la sua X edizione nazionale. Una settimana di eventi e manifestazioni, coordinata e promossa in Italia da Assobiotec-Federchimica, per raccontare un metasettore che vanta di avere l’innovazione nel proprio Dna.

Una manifestazione di divulgazione scientifica lanciata in Canada nel 2003 e arrivata in Europa nel 2013 per volontà di EuropaBio – Associazione della bio-industria europea, in occasione del 60° anniversario della scoperta della struttura del Dna.

Eventi on site, online e ibridi, tutti ad accesso gratuito, fra laboratori per bambini, visite guidate e virtuali nei centri di ricerca e nelle imprese dove si fa innovazione, incontri di orientamento al mondo del lavoro, seminari per conoscere come le biotecnologie sono strumento per dare risposte alle sfide sanitarie attuali e future, per migliorare la qualità delle produzioni agricole, per uno sviluppo sostenibile.

“Le biotecnologie rappresentano una grande rivoluzione scientifica e tecnologica. Da quando nel 1953, grazie al lavoro di Rosalind Franklin, James Watson e Francis Crick, è stata scoperta la struttura a doppia elica del Dna – spiega Fabrizio Greco presidente di Assobiotec-Federchimica – si è aperto un nuovo mondo di conoscenze che ha portato all’applicazione di queste tecnologie in tanti ambiti: dalla medicina all’agricoltura, fino all’energia e all’industria”.

“Se possiamo gustare la cremosità del cioccolato, lavare bene i nostri jeans con un detersivo a base di enzimi, ammirare una scultura recentemente biorestaurata, tenere a bada il diabete con l’insulina il merito è anche delle biotecnologie. Con la biotech week vogliamo far conoscere anche al grande pubblico questa straordinaria tecnica e le sue innumerevoli applicazioni”.

In questo quadro il pharma ha un peso importante. “Il settore biofarmaceutico in Italia è un driver di crescita fondamentale, solido e in continua espansione”, ha sottolineato Marcello Cattani, presidente di Farmindustria.

I farmaci biologici/biotecnologici, incluse le terapie avanzate, rappresentano il 40% del totale degli studi clinici in Italia (fonte Aifa) e circa il 50% (Fonte Citeline 2022) della pipeline di ricerca a livello globale. Una quota destinata a crescere ancora nei prossimi anni. 

Medicinali personalizzati, sviluppati sul profilo genetico del paziente, e terapie geniche per correggere le parti del Dna che determinano la malattia, sono già realtà e stanno ridisegnando e migliorando l’approccio a molte malattie. E l’Italia, rivendica Farmindustria, ha un ruolo di primo piano nella ricerca a livello europeo. “Una leadership che richiede però un contesto in grado di attrarre sempre più investimenti, in uno scenario di competizione globale che vede l’Europa nella necessità di colmare velocemente il gap accumulato rispetto a Usa e Cina”.

“Per questo chiediamo che l’Italia realizzi con urgenza una strategia nazionale per migliorare la governance della spesa, gli incentivi agli investimenti e il quadro regolatorio. A questo proposito è prioritario completare l’emanazione dei decreti ministeriali indispensabili per la piena attuazione del Regolamento Europeo sugli Studi Clinici. Il nostro Paese può vincere la sfida in corso – ha affermato Cattani – grazie alle eccellenze del network pubblico e privato, alle risorse del PNRR e agli investimenti delle nostre imprese. Permettiamo all’industria biofarmaceutica in Italia di giocare la sua partita”.

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