Dubbi sui vaccini? Le risposte del virologo

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Nel lunedì post elettorale i numeri di Covid-19 in Italia restano importanti: nelle ultime 24 ore sono stati 18.797 i nuovi casi (con 13 morti). E mentre la nuova circolare sui vaccini aggiornati dà il via libera alla possibilità per tutti gli over 12, su richiesta, di poter richiedere la quarta dose con i nuovi bivalenti aggiornati a Omicron 4 e 5, nella popolazione – anche quella a rischio – la confusione regna sovrana.

E il rischio è che a risentirne sia la campagna vaccinale (che già non è messa benissimo). A fronte di tanta ricchezza di vaccini, quale aggiornamento è il migliore? E’ utile  fare il booster insieme all’anti-influenzale? Considerato l’aumento dei casi, quando è meglio fare il secondo richiamo per essere protetti per tutto l’inverno? E come devono regolarsi i guariti? Fortune Italia ha chiesto aiuto a Fabrizio Pregliasco, virologo della Statale di Milano direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano.

“I contagi sono in risalita: un fenomeno atteso per il mix di temperature in calo, attività lavorativa ripartita dopo le ferie, contatti senza protezioni e senz’altro ritorno a scuola. Speriamo che sia un’onda, non un’andata. Ma si tratta di qualcosa di prevedibile alla luce delle nuove varianti e di Omicron 5 attualmente prevalente”, premette Pregliasco.

Quanto alla vaccinazione, “in questo momento io una dose di richiamo dopo 4-6 mesi la farei, come è scritto nella circolare con uno dei vaccini aggiornati. E’ chiaro che non sappiamo quanto la protezione complessiva durerà”. I dati parlano di 4-6 mesi. “E dunque non sappiamo se si manterrà per tutto l’inverno”.

In prospettiva, “se le onde che si susseguiranno nel tempo saranno come un sasso nello stagno, presumibilmente si arriverà a un intervallo annuale, con vaccini da fare in concomitanza con quello contro l’influenza. Anche per evitare la ‘stanchezza da richiamo’. Ma in questa fase io devo dire che, a mia volta, ho fatto la quarta dose e suggerisco di farla”.

Un suggerimento che vale anche per chi ha fatto tre dosi e poi è guarito da Covid-19, se sono passati almeno 120 giorni, precisa Pregliasco. Idem per gli iper-fragili (per i quali è raccomandata una sorta di quinta dose). 

Quanto ai criteri per scegliere nella rosa dei prodotti aggiornati, al momento ufficialmente non ci sono elementi per esprimere un giudizio preferenziale nei confronti dei diversi vaccini bivalenti disponibili. Basteranno le parole degli esperti per convincere gli italiani più vulnerabili a proteggersi da Covid-19 in vista dell’inverno?

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