Non solo bollette, i danni del freddo alle colture (e al portafoglio)

campi innevati

Il clima ideale per festeggiare il Natale? Freddo e fiocchi di neve. Eppure il crollo delle temperature sotto zero, soprattutto se improvviso, non è esattamente piacevole. E ha un doppio impatto negativo: sui costi energetici – perché banalmente tendiamo ad accendere più spesso e più a lungo il riscaldamento – e sulle colture: perché il freddo congela le cellule delle piante, interrompendo le vie di flusso di nutrienti e acqua. Come racconta un’analisi di Coldiretti.

Tra le tante conseguenze dello sbalzo termico, oltre all’impatto pesante sulle bollette di famiglie e imprese, ci sono proprio i danni agli ortaggi invernali coltivati all’aperto. Se fino al mese scorso il 2022 è stato classificato come l’anno più caldo mai registrato in Italia dal 1800, con una temperatura di oltre un grado (+1,06 gradi) più elevata della media storica, da inizio dicembre c’è stato un brusco cambiamento.

Questa “anomalia”, come è stata definita da Coldiretti, ha comportato un aumento delle bollette: il 55% degli italiani ha reagito riducendo il ricorso a termosifoni o stufe elettriche, per tenere sotto controllo la spesa per il riscaldamento. Riduzione che è in realtà il sequel di un allarme energetico già cominciato a partire dal conflitto in Ucraina, quando circa la metà degli italiani (50%) aveva deciso di ridurre o rinunciare all’uso di alcuni elettrodomestici. Primo tra tutti: il forno elettrico. Mentre circa il 35% aveva tagliato l’utilizzo dei fornelli a gas per contenere i consumi energetici e pagare di meno in bolletta.

“Una situazione di difficoltà che non accenna a fermarsi”, ha sottolineato Coldiretti. E che tuttavia non riguarda soltanto le famiglie e coinvolge anche le imprese più sensibili ai costi energetici, come quelle del settore florovivaistico in serra, che devono affrontare “rincari astronomici” per il riscaldamento.
“Siamo di fronte alle evidenti conseguenze del mix micidiale determinato dalla guerra e dai cambiamenti climatici“, ha dichiarato la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana. “Anche in Italia, l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma. E si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo”.

Quando parliamo di ‘conseguenze del cambiamento climatico’, non ci riferiamo soltanto a quei fenomeni visibili che spesso guardiamo in televisione. Ma a tutti quegli intricati rapporti causa-effetto che alterano il clima, così come ai loro effetti sull’ambiente e sull’uomo.

Gli sbalzi termici significativi compromettono le coltivazioni nei campi. Con perdite della produzione agricola nazionale e seri danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che comportano anche un rialzo dei prezzi dei prodotti. “Quest’anno”, ha precisato sempre Coldiretti, “il moltiplicarsi di eventi estremi, tra grave siccità e violente precipitazioni, ha fatto salire a oltre 6 mld di euro il conto delle perdite subite dalle campagne”.

D’estate si è infatti tanto parlato di siccità, con conseguente rovina della colture e aumento dei prezzi. Adesso invece il grande freddo (e la neve anche a bassa quota) possono ripristinare una serie di ‘vecchie dinamiche’.

“Historia magistra vitae”, ha commentato Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). “Nel periodo natalizio moltissimi beni hanno già subìto un’impennata. Sul discorso economico però voglio essere franco: mi sembra che il governo sia piuttosto attento sul calmierare i prezzi, e il paniere minimo è stato di recente anche ampliato. Stiamo vivendo in un’economia di guerra, certo. Senza che la guerra sia nel nostro territorio (per fortuna). Ma io sono ottimista: sono convinto che sia questione ancora di qualche mese”.

“La prima grande crisi che viviamo dalla fine della seconda guerra mondiale, la supereremo. Con un po’ di coraggio. Nel frattempo, è indispensabile aiutare con azioni concrete e quotidiane chi davvero ha necessità alimentari. Non fuggire gli sguardi di aiuto, ma fermarsi e dare il proprio contributo”, ha concluso Miani.

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