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Settimana corta e smart working 

smart working

La settimana lavorativa corta e lo smart working sono due forme di organizzazione del lavoro che hanno l’obiettivo comune di favorire la conciliazione tra lavoro e vita privata dei dipendenti, pur utilizzando approcci differenti: la prima è una modalità di lavoro in cui i dipendenti lavorano meno di cinque giorni alla settimana, solitamente quattro.

In alcuni casi, i lavoratori possono comunque lavorare lo stesso numero di ore di una settimana standard, ma con un carico di lavoro distribuito su meno giorni. In altri casi, i lavoratori possono lavorare meno ore complessive durante la settimana corta. Lo smart working, invece, è una forma di lavoro flessibile che permette ai dipendenti di lavorare da remoto, utilizzando tecnologie digitali per comunicare e collaborare con i colleghi e con l’azienda. Lo smart working può essere organizzato in modo da consentire ai lavoratori di scegliere il luogo e gli orari di lavoro più adatti alle loro esigenze, sempre nel rispetto degli obiettivi dell’azienda. Queste forme di organizzazione del lavoro possono essere adottate da alcune aziende o enti pubblici per ridurre il traffico nelle ore di punta e aumentare la produttività, la qualità della vita e la motivazione dei lavoratori. In sintesi, la settimana lavorativa corta si concentra sulla riduzione del tempo di lavoro, mentre lo smart working sulla flessibilità del luogo e degli orari di lavoro.

Le tre rivoluzioni industriali che hanno preceduto l’accelerazione digitale della quarta hanno dato all’organizzazione del lavoro un impulso sbalorditivo, fino a sdoganare l’equivalenza tra lavoro e presenza fisica nel luogo a esso deputato (l’azienda piuttosto che il ministero o lo studio professionale), giorni di lavoro e non più settimana lavorativa.

Con lo scriptorium viene fatta risalire al Medioevo, per opera dei monaci amanuensi, l’esigenza di luoghi privati per concentrarsi, affinché letterati, poeti e scienziati potessero attraversare proficuamente il XIV, XV e XVI secolo, periodo in cui poi questi locali caddero progressivamente in disuso per via dell’introduzione della stampa a caratteri mobili.
Fu con la diffusione delle cariche professionali di avvocato o di dipendente pubblico, di uomini di finanza e di commercio, che i nuovi professionisti iniziarono a lavorare negli uffici londinesi della Compagnia delle Indie orientali come in quelli olandesi della Amsterdamsche Wisselbank.

Alla fine del Settecento, con la Rivoluzione industriale, la settimana lavorativa prevedeva 80 ore settimanali per arrivare poi, quasi 100 anni fa, a 40 ore.

Il crescente sviluppo tecnologico sostituirà, nel tempo, un numero sempre maggiore di mansioni umane che potranno essere espletate da sofisticati computer e automi: di conseguenza, non si porrà più il problema delle ore da lavorare o del luogo in cui si effettua la prestazione lavorativa. I lavoratori, per quanto possibile, dovranno iniziare a rivolgersi verso quei ruoli sociali le cui attività non siano state rimpiazzate dall’intelligenza artificiale.

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