Vaccini anti-cancro Moderna, a che punto è la causa con Pfizer

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La notizia sui vaccini a mRna contro tumori, cardiopatie e malattie rare allo studio nei laboratori Moderna getta nuova luce sull’importanza della causa legale intentata dalla biotech americana contro i ‘rivali’ Pfizer e BioNTech.

Al centro della battaglia a suon di carte bollate, proprio la tecnologia a mRna che ha portato queste tre aziende a vincere la corsa ai vaccini anti-Covid. Il contenzioso è stato portato avanti in parallelo negli Stati Uniti, in Germania e nei Paesi Bassi, mentre  l’Alta Corte britannica ha fissato una data: il caso dovrebbe essere esaminato a Londra nell’aprile 2024, come riferisce la stampa internazionale.

Cause incrociate

A dissotterrare l’ascia di guerra nell’estate 2022 era stata Moderna: l’azienda con sede a Cambridge (Massachusetts), dopo un lungo silenzio aveva annunciato l’intenzione di portare in tribunale Pfizer e il suo partner BioNTech, accusandoli di aver usato per i loro vaccini anti-Covid una tecnologia che violerebbe i brevetti depositati da Moderna fra 2010 e il 2016. Dopo le cause in Usa e Germania, l’azienda ha citato in giudizio Pfizer e BioNTech nel Regno Unito lo scorso settembre, chiedendo un risarcimento e danni per le vendite del vaccino a mRna rivale Comirnaty*.

Pfizer e BioNTech non solo hanno respinto seccamente le accuse al mittente, ma hanno a loro volta fatto causa a Moderna nel Regno Unito, sostenendo che i brevetti di Moderna non sono validi e dovrebbero essere revocati.

Il nodo del contendere

Il caso è di “notevole valore e importanza”, come ha affermato Andrew Waugh, per Moderna, negli atti del tribunale citati dall”Independent’. Potrebbero essere necessari esperimenti e testimonianze di esperti di biochimici, immunologi, virologi ed esperti di  vaccini per risolvere la controversia. E l’idea degli specialisti sentiti in passato da Fortune Italia è che non sarà semplice stabilire la paternità dei risultati di questa ricerca.

Pfizer vs Moderna, la guerra dei vaccini a mRna

“Facciamo causa per proteggere la nostra piattaforma tecnologica innovativa a mRna che abbiamo sperimentato, investendo miliardi di dollari nella sua creazione, e quindi brevettato durante il decennio precedente alla pandemia di Covid-19”, ha chiarito all’epoca Moderna. L’azienda non ha chiesto di togliere dal mercato il vaccino dei rivali (o le sue versioni aggiornate), né pretenderà un risarcimento economico sulle vendite di questi prodotti nei Paesi a basso e medio reddito del programma Covax. Ma intende chiarire una volta per tutte la questione davanti a un giudice. Obiettivo: tutelare un ‘tesoretto’ di tecnologie che si riveleranno una miniera d’oro, ma soprattutto di farmaci e vaccini.

La reazione

Pfizer e BioNTech hanno reagito con una controquerela nel dicembre scorso, chiedendo un processo con giuria e confutando le accuse di Moderna. Le due aziende hanno sostenuto che Moderna stava estendendo i suoi brevetti “già troppo ampi” e probabilmente “non validi”, e stava cercando di “rivendicare il merito per il lavoro di altri”. Le società hanno sostenuto che Moderna, nella sua causa originale, ha cercato di riscrivere la storia della pandemia di Covid-19 per assicurarsi un “ruolo da protagonista unico”, ignorando i contributi di altri attori.

Gli altri giocatori in campo

Secondo un’analisi di mercato pubblicata nel 2021, già allora erano almeno 31 le aziende biofarmaceutiche impegnate in studi su vaccini o terapie a mRna. Se Moderna punta ad arrivare ai primi vaccini personalizzati contro il cancro entro il 2030, la questione dei brevetti potrebbe assicurare un importante flusso di entrate per la biotech sostenuta dal governo americano.

La battaglia, però, non è limitata a soli tre sfidanti. Moderna sta infatti affrontando dispute relative alla tecnologia a mRna con Alnylam Pharmaceuticals, Arbutus Biopharma e Genevant Sciences. Mentre CureVac, azienda farmaceutica tedesca divenuta celebre in pandemia, ha avviato un procedimento contro Pfizer e BioNTech per la presunta violazione di quattro brevetti relativi alla tecnologia delle nanoparticelle lipidiche. La battaglia per l’mRna si preannuncia decisamente articolata. E il nostro Paese, al momento, resta a guardare.

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