Contratto medici, Di Silverio (Anaao): “Siamo vicinissimi”

Pierino Di Silverio Anaao

C’è un deciso ottimismo sul fronte del rinnovo del contratto dei medici, scaduto da 2 anni e molto atteso dalla categoria, che riguarda 120mila dottori e 14mila dirigenti sanitari. E a dirlo questa volta non è solo il presidente di Aran, Antonio Naddeo.

“Siamo davvero vicinissimi: ogni giorno potrebbe essere quello buono”, assicura a Fortune Italia Pierino Di Silverio, segretario Anaao-Assomed, subito prima dell’incontro di oggi – che potrebbe essere decisivo – nella sede dell’Agenzia a Roma. “Ogni giorno potrebbe essere quello buono”, si sbilancia Di Silverio, che non nasconde la sua soddisfazione, legata anche a quanto messo nero su bianco nella nota di aggiornamento del Def, approvata dal Consiglio dei ministri.

La sanità nella Nadef

Fra gli interventi previsti nella Nadef 2023 ci sono, infatti, anche le risorse per il rinnovo del contratto della sanità.

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“Una buona notizia”, sottolinea il segretario. “La Nadef mette in evidenza che alle parole della presidente Meloni sulla sanità stanno seguendo i fatti. Per noi – dice Di Silverio – non può che essere un segnale di speranza vedere che la sanità è davvero una priorità per il Governo. Resta la grande incognita della defiscalizzazione degli straordinari: per noi sicuramente un flop, perché continuiamo a chiedere la defiscalizzazione del lavoro ordinario“.

Il nodo della defiscalizzazione

Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, pur apprezzando l’intenzione del Governo di intervenire sulle retribuzioni dei camici bianchi attraverso misure di defiscalizzazione, chiedono infatti di intervenire sulle indennità di specificità medica e sanitaria che riguardano trasversalmente tutti i professionisti, e non sulle prestazioni aggiuntive, come invece sembra essere intenzionato a fare il Governo.

“Prima di parlare di defiscalizzazione del lavoro straordinario, che spesso non viene nemmeno pagato, bisogna intervenire sul lavoro ordinario, schiacciato da una pressione fiscale pari al 43%, che rende sempre più appetibile per i professionisti lavorare a gettone, nelle strutture private o all’estero – ribadisce Di Silverio – Gli aumenti del 3,78% previsti dal rinnovo del contratto in discussione presso l’Aran non bastano a recuperare la perdita di potere d’acquisto registrata in questi anni. Se ci ascoltano e non fanno scelte avventate, che non faranno bene nè ai medici nè alle casse dello Stato, potremmo finalmente incamminarci su una strada diversa”.

Costi a confronto

Ma quanto costerebbero le due misure pensate per i ‘camici bianch’? “La defiscalizzazione della specificità medica costerebbe intorno ai 280 mln di euro – calcola Di Silverio -contro i circa 100 mln nel caso delle prestazioni aggiuntive. Non parliamo di cifre che fanno crollare un sistema, ma di scelte politiche”.

Come sarà il contratto

“Questo potrebbe essere il contratto migliore possibile, considerati i vincoli che abbiamo e che non ci permettono di stravolgerlo completamente. Ci avviamo verso un buon contratto – rassicura il segretario Anaao – E’ stato un lavoro duro: si sono scontrate diverse esigenze, tutte legittime, ma noi ci battiamo da mesi affinchè prevalgano quelle dei lavoratori”. Su questo fronte Di Silverio giudica preziosa l’interlocuzione con il presidente di Aran. “Devo essere sincero: l’Agenzia con Antonio Naddeo ha compreso il problema, e questo non è mai scontato. Anzi, è stato un elemento determinante”.

La questione dei giovani medici

In questo quadro si inserisce la recente protesta dei giovani medici, che ha incassato il sostegno della Federazione nazionale presieduta da Filippo Anelli.

“Sulla generazione dei giovani abbiamo investito da anni, tanto che eravamo in piazza insieme alle organizzazioni più significative. Il medico giovane, che poi ha più di 30 anni, è il presente e il futuro della sanità. Non investire su questi colleghi è un problema, perchè non si assicura il futuro del sistema. Non è accettabile che uno specializzando che ha la stesse responsabilità di un medico meno giovane, contribuisce a reggere il sistema e che durante Covid ha fatto il lavoro più pericoloso, guadagni 1300 euro netti al mese, oltretutto senza una formazione di qualità. Ci auguriamo – conclude Di Silverio – che il tavolo che si apre sui giovani medici possa risolvere questo problema e restituire ai colleghi il sogno di una professione che sta diventando un incubo”.

 

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