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Etica, lavoro e AI

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Renato Loiero

Il rapporto tra etica e lavoro è un tema di fondamentale importanza nella società contemporanea. L’etica, intesa come complesso di principi morali e valori che guidano il comportamento umano, svolge un ruolo centrale nel contesto dell’agire quotidiano di ciascuno e quindi, in particolare, nell’azione organizzata socialmente nelle strutture istituzionali ed economiche nelle quali si esplica l’attività lavorativa.

Le tecnologie emergenti e l’AI stanno introducendo dinamiche nuove in molti settori, la percezione è che sulla scia dell’entusiasmo si stia rinunciando a un approccio responsabile a cui dovrebbero essere tenuti tutti gli stakeholder coinvolti.

Spesso etica e morale sono usati come sinonimi e in molti casi è un uso lecito, ma è bene precisare che una differenza esiste: rispetto al diritto, entrambe regolano i rapporti tra individui affinché siano garantiti la sicurezza personale e l’ordine pubblico, ma si affidano a mezzi diversi.

Nella società moderna sempre più spesso gli esseri umani applicano l’etica del lavoro a tutti gli aspetti dell’esistenza e quasi non si percepisce più alcuna differenza tra etica del lavoro ed etica in generale. Questo anche perché gli uomini si ritrovano immersi sin dalla nascita in istituzioni che operano come se ognuno fosse un homo oeconomicus e che li considera solo come membri produttivi.

L’Ue si è posta l’obiettivo di promuovere una AI ‘made in Europe’ etica, sicura e all’avanguardia.

Al contempo, molte imprese guardano all’AI come a uno strumento da piegare alle proprie immediate finalità di ottimizzazione produttiva ma senza una pianificazione sistematica a lungo termine gli effetti collaterali non tarderanno a manifestarsi nel tessuto economico.

L’AI è entrata da anni nel mondo del lavoro ma le conseguenze del suo impatto sono ancora incerte. Essa si nutre di dati, la risorsa inesauribile della nuova economia digitale; a queste immense potenzialità è necessario che corrispondano altrettante responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti non solo per evitare di cadere in errori ma, soprattutto, per sfruttare tutte le opportunità che si presentano.

In questa prospettiva, l’umanità dovrà ripensare il proprio ruolo e comprendere che le risorse umane sono il bene più prezioso in ogni contesto lavorativo e possono essere valorizzate attraverso il loro impiego in attività più soddisfacenti per i lavoratori e più strategiche per le aziende. Non devono essere alimentate previsioni distopiche del futuro ma deve essere pianificata una implementazione delle nuove tecnologie attraverso un’analisi complessa di tutti i fattori e i soggetti coinvolti.

Come ebbe a dire Abramo Lincoln, il modo migliore per prevedere il futuro è crearlo.

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