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Neuromanagement, il futuro del lavoro

Francesco Maria Spanò

Francesco Maria Spanò

Le neuroscienze studiano il sistema nervoso nel suo complesso al fine di comprendere il suo funzionamento e le malattie associate a cervello, midollo spinale e neuroni. Il tutto coinvolgendo diverse discipline come la fisiologia e la neurobiologia, ma anche la psicologia, al fine di esplorare il complesso mondo del sistema nervoso e del cervello umano.

Le neuroscienze del lavoro studiano il comportamento dei lavoratori attraverso l’uso di metodi scientifici e tecnologie avanzate per esaminarne i processi cognitivi ed emotivi, le risposte fisiologiche associate e il comportamento sul luogo di lavoro. Questa disciplina combina la neuroscienza con la psicologia, la gestione delle risorse umane e altre scienze sociali per comprendere meglio come i lavoratori pensano, si comportano e rispondono all’ambiente lavorativo. Informazioni preziose per le organizzazioni e le aziende che desiderano migliorare l’ambiente professionale, aumentare la produttività e promuovere il benessere dei dipendenti. Se nel Neuromarketing l’obiettivo è comprendere le esperienze d’acquisto delle persone, il Neuromanagement va ben oltre, perché il soggetto viene coinvolto in tutta la sua complessità, nella sua essenza. Le ricerche in questo campo prevedono che la scelta di sottoporvisi sia volontaria. In particolare, il Neuromanagement nasce nel 2006 grazie al professor Qingguo Ma, ricercatore e direttore del laboratorio di Neuromanagement della Zhejiang University in Cina.

Ecco alcuni modi in cui le neuroscienze studiano il comportamento dei lavoratori:

  1. Ricerca sullo stress e sul benessere, per comprendere meglio come lo stress influisca sul cervello e sul comportamento dei lavoratori, e come promuovere il benessere sul luogo di lavoro;
  2. Ottimizzazione delle prestazioni, per migliorare quelle dei lavoratori, ad esempio, attraverso l’ottimizzazione delle condizioni di lavoro, la progettazione di ambienti ergonomici o l’implementazione di strategie di formazione mirate, basate sulla comprensione dei processi cognitivi e neurali;
  3. Valutazione del coinvolgimento e della motivazione, per rivelare come i processi cerebrali influenzino l’impegno dei lavoratori;
  4. Decisioni e comportamento organizzativo, per comprendere come le persone prendano decisioni e come queste possano influenzare l’efficienza e la produttività sul posto di lavoro.

 

Utilizzare le neuroscienze e l’economia comportamentale può rivelarsi proficuo per il management di un’azienda: può capitare di trovare lavoratori sottoposti a forte stress, con la conseguenza di perdere risorse valide o il rischio che queste commettano errori nelle decisioni e nelle singole scelte. Questa disciplina innovativa, poco diffusa in Italia, consente di analizzare e capire l’importanza delle relazioni autentiche tra le persone, tra i gruppi e tra le organizzazioni favorendo, dunque, la creazione di tali relazioni. Inoltre il Neuromanagement può venire in aiuto nel comprendere il percorso professionale di una persona e correggerlo. Rimane l’impellente necessità di rafforzare il dispositivo normativo, anche in sede europea, per coniugare l’innovazione neuroscientifica con la dignità e la privacy del lavoratore.

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