Riformare il 118 è un’emergenza, la ‘ricetta’ in un Ddl

118
Aboca banner articolo

Se, come credevano gli antichi Romani, gutta cavat lapidem, si comprenderà l’importanza di aprire il  2024 tornando sul tema della riforma del Sistema 118. Un servizio tempodipendente e salvavita che ormai nel nostro Paese, come sottolinea da tempo Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118, necessita urgentemente di una messa a punto.

Medici del 118 in via di estinzione, Balzanelli: subito la riforma

Ebbene, qualcosa su questo fronte sembra muoversi, dopo gli appelli e le proteste degli operatori del 118, che sono arrivati l’estate scorsa a scendere in piazza per manifestare il loro scontento. In Senato, su iniziativa della vicepresidente Mariolina Castellone, è stato illustrato il disegno di legge per la riforma del Sistema 118, di cui Castellone è firmataria insieme al collega Franco Zaffini, presidente della Commissione Sanità del Senato. Il testo è stato ripresentato in Commissione Sanità del Senato da Castellone e Zaffini. E gli operatori del settore, dopo tanta attesa, oggi sembrano più ottimisti.

I punti chiave

“La riforma del Sistema 118 – ha detto Mario Balzanelli – non è più rinviabile. È ormai indispensabile ottenere, con la riforma di prossimo varo legislativo, ormai incardinata nei lavori della Commissione Sanità del Senato, alcuni obiettivi fondamentali”.

Fra questi, il presidente di Sis 118 non si stanca di ricordare la richiesta di assicurare l’accesso diretto al 118 da parte di chiunque si trovi all’improvviso in pericolo di perdere la vita, “come consentito dalla legislazione europea e come fortemente raccomandato da European Resuscitation Council nel 2016 e nel 2021”, per evitare perdite di tempo inutili e rischiose dovute al “doppio passaggio” – via 112 – della richiesta di soccorso tra Centrali Operative.

E ancora, “occorre configurare il Sistema 118 quale dipartimento di emergenza territoriale, a valenza provinciale, con la Centrale Operativa che agisca anche da regolatrice primaria di flusso tra tutte le richieste di soccorso alle varie Centrali Operative che saranno istituite sui territori (Centrale Operativa Territoriale delle cure primarie, Centrale Operativa della Continuità Assistenziale, Centrale Operativa 112)”.

Questione di numeri

È necessario inoltre, ha aggiunto Balzanelli, assicurare una postazione di soccorso 118 avanzata, ossia con medico e infermiere a bordo, ogni 60.000 abitanti. Ma anche riattivare e potenziare i Punti di Primo Intervento Territoriali (PPIT): “Postazioni “fisse” dotate di medico e infermiere, in grado di assicurare un filtro sui territori per le acuzie di qualsiasi livello di gravità, a partire dalle quelle minori”, ha detto Balzanelli. Solo in questo modo si potrà davvero ridurre il sovraffollamento dei Pronto soccorso, legato anche ai tanti accessi impropri di cittadini che non trovano alternative sul territorio.

Le Centrali Operative 118 dovranno poi essere dotate delle tecnologie che consentano la geolocalizzazione dell’utente, nonché la realizzazione da remoto, nei casi di particolare elevata criticità, di telemedicina, telediagnosi, teleconsulto.

Balzanelli ha ricordato l’importanza di assicurare la possibilità ai medici convenzionati di passare su base facoltativa alla dipendenza, rimanendo nel 118 e conservando l’anzianità maturata negli anni precedenti. C’è poi il capitolo delle indennità specifiche di rischio ambientale e biologico per medici, infermieri e autisti-soccorritori. E la necessità di un adeguato parco di mezzi di soccorso, per assicurare risposte il più possibile congrue con gli standard temporali sanciti dal legislatore (8 minuti dalla chiamata in area urbana e 20 minuti dalla chiamata in area extraurbana).

Infine, Balzanelli è tornato a sottolineare l’importanza di istituire il profilo professionale dell’autista-soccorritore. Perchè dopo gli anni di Covid-19, in cui gli operatori hanno rischiato la vita, oggi i 2.300 medici del 118 chiedono “di essere valorizzati e non completamente dimenticati dallo Stato”. Insomma, come hanno scandito a luglio gli operatori che hanno manifestato in piazza a Roma, “non siamo fantasmi”. Anche se “il rischio reale è che il settore si desertifichi”, ha ammonito Balzanelli, ringraziando Zaffini e Castellone. Chissà se il 2024 sarà davvero l’anno della riforma.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.