Nuova Aifa, i nomi per il Cda e le sfide ‘chiave’

sperimentazioni mRna
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Inizia davvero a prendere forma la nuova Aifa (Agenzia italiana del farmaco), attesa da oltre un anno dagli addetti ai lavori. Se poco prima di Natale il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, aveva parlato di limature e della scelta delle figure chiave – non tanto dei “nomi, quanto delle funzioni” – le Regioni hanno indicato gli esperti che faranno parte del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia di via del tritone e della nuova Commissione scientifica ed economica del farmaco.

Nuova Aifa: ci siamo (quasi), il disco verde delle Regioni e le novità

I nomi

Si tratta, come scrive Adnkronos Salute, dell’assessore alla Sanità della Regione Liguria Angelo Gratarola e del direttore del Dipartimento della promozione della salute e del benessere animale della Regione Puglia, Vito Montanaro. 

Le Regioni hanno designato anche i 3 esperti che siederanno nella super Commissione che ha sostituito il Comitato prezzi e rimborsi e la Commissione tecnico-scientifica.

Si tratta di Elisa Sangiorgi, dirigente area governo del farmaco della Regione Emilia Romagna; Giuseppe Toffoli, direttore struttura operativa complessa di Farmacologia sperimentale e clinica del Cro di Aviano (Fvg); Giovanna Scroccaro, direttrice Farmaceutica Regione Veneto. Le nomine dei rappresentanti regionali nel Cda e nella commissione unica dell’Aifa sono state ratificate in Conferenza Stato-Regioni.

Le sfide per la nuova Aifa

Se l’obiettivo della rivoluzione era quello di intervenire su un’Agenzia nata venti anni fa per renderla più agile e moderna, la nuova Aifa ha davvero l’occasione di fare la differenza nel mondo della salute. Ne è convinto il farmacologo Carlo Centemeri, Adjunct Clinical Pharmacology Professor all’Università di Milano. E questo a partire dalla lotta ai tumori e dalla tecnologia a mRna.

“Il cancro – sottolinea Centemeri a Fortune Italia – è una delle principali cause di morte al mondo e rappresenta una sfida importante per la ricerca scientifica. Negli ultimi anni, la tecnologia dell’mRna ha mostrato un grandissimo potenziale per lo sviluppo di nuove terapie antitumorali. L’mRna è un tipo di acido nucleico – spiega il farmacologo – che contiene le informazioni genetiche necessarie per la produzione di proteine. Le terapie a base di mRma possono essere utilizzate per indurre il sistema immunitario a produrre anticorpi o altre proteine che riconoscono e distruggono le cellule tumorali”.

La stampa ha iniziato a parlarne in epoca Covid, ma in realtà “negli ultimi decenni sono stati condotti numerosi studi clinici sull’uso di terapie a base di mRna per il trattamento delle neoplasie. I risultati di questi studi sono stati estremamente incoraggianti, e hanno dimostrato che queste terapie possono essere estremamente efficaci nel ridurre le dimensioni dei tumori, fino ad annientarli, migliorare la sopravvivenza dei pazienti e la loro qualità di vita”.

Sperimentazioni chiave (per i pazienti e non solo)

“In Italia la nuova Aifa, appena nata, ha l’opportunità di fare un passo fondamentale nella lotta ai tumori. L’agenzia – sostiene Centemeri – può facilitare lo svolgimento di sperimentazioni cliniche sull’uso di terapie a base di mRna per il trattamento del cancro. Per fare questo, l’Aifa può adottare una serie di misure, tra cui: semplificare e accelerare le procedure di approvazione delle sperimentazioni cliniche; fornire finanziamenti per la ricerca su queste terapie; collaborare con Istituzioni internazionali per la condivisione di dati e competenze”.

“L’adozione di queste misure – conclude – consentirebbe all’Italia di tornare ad essere leader nella ricerca sul cancro, e di offrire ai pazienti nuove terapie innovative e promettenti”. Una sfide che la nuova Aifa non può perdere.

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