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Regole per lo smart working

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Francesco Maria Spanò

La ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano prevede che, nel 2024, gli smart worker in Italia saranno 3,65 milioni.

Lo smart working è un istituto che trova maggiore applicazione laddove c’è una nuova cultura aziendale ed è possibile lavorare per obiettivi.

Favorire l’efficienza e il merito anziché la mera presenza del lavoratore sul luogo di lavoro, risulta anche un utile strumento per combattere la disparità di genere.

Inoltre, una maggiore efficienza negli spostamenti dei lavoratori può portare a notevoli vantaggi in tema di sostenibilità ambientale, grazie all’inevitabile riduzione delle emissioni prodotte dai mezzi di trasporto.

Non di minore importanza sono i benefici in termini di qualità della vita per il lavoratore, il quale potrà dedicare il tempo risparmiato in coda nel traffico ai propri affetti o ai propri interessi.

Eppure, il legislatore sembra non voler disciplinare in merito. Attualmente l’accesso allo smart working – a eccezione di alcune categorie particolarmente tutelate – è stato lasciato alla libera trattazione delle parti nel settore privato. Senza un intervento legislativo e di incentivo fiscale, il rischio è che si possano perdere molti degli effetti positivi di un ordinamento che promuove il lavoro agile.

La diffusione dello smart working potrebbe essere favorita da diversi fattori:

1) Tecnologia e connettività, sviluppo dell’infrastruttura digitale. L’adozione di tecnologie avanzate e di una migliore connettività, l’implementazione di reti ad alta velocità, l’uso diffuso di dispositivi intelligenti e l’accesso facilitato alle piattaforme di collaborazione favoriranno una maggiore diffusione dello smart working. Da segnalare la crescita e lo sviluppo dell’infrastruttura digitale, compresi servizi di cloud computing avanzati e soluzioni di sicurezza informatica.

2) Crisi e situazioni eccezionali. La crisi nel Medio Oriente e il protrarsi della guerra in Ucraina potrebbero influire sull’adozione di pratiche di lavoro a distanza in futuro, al fine di garantire minore mobilità dei lavoratori nelle città dove si trovano punti sensibili per attacchi terroristici, oppure per l’aumento del costo dei carburanti. Un’altra causa potrebbe essere l’aumento di inquinamento da polveri sottili (smog) nei grandi centri urbani.

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