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Tra neuroscienze e maestria, i segreti del Veronese nel volume Menarini

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Come una cartina geografica. Quando gettiamo uno sguardo su una tavolozza di colore, nel cervello ci sarebbe una specie di “mappa” che aiuta a capire cosa accade. E soprattutto ci spiega come il nostro sistema nervoso riesce a recepire i segnali cromatici.

A definire questo tracciato è una ricerca degli esperti del National Eye Institute coordinati da Bevil Conway, pubblicata su ‘Current Biology’. Si tratta di una delle prime evidenze che chiarisce cosa succede ad una persona che si trova a recepire stimoli dei colori e, appunto, come questi vengano decodificati in base alle attività di specifiche zone del cervello. Chissà allora cosa avviene quanto ci troviamo di fronte ad una tela del “tesoriere dell’arte e dei colori”, con sensazioni cromatiche uniche che si sovrappongono sulla retina fino a definire l’interezza di un’opera di Paolo Caliari, detto Veronese.

Un esempio? Pensate alle gamme cromatiche dei tessuti e delle sete che questo straordinario autore del Rinascimento veneto è riuscito a creare. E pensate magari alle tonalità che si riescono a percepire con lo sguardo, fissando una sua tela. E allora? Allora, lasciando da parte la neurofisiologia della vista, proviamo a fissare nell’occhio le tinte che emergono sfogliando “Veronese, un tripudio di colori”, il nuovo volume d’arte di Menarini dedicato al grande pittore e presentato a Palazzo Madama a Torino.

Con il libro si viaggia indietro nel tempo, ai fasti della Serenissima, nello splendore dei colori che solo la pittura veneziana può regalare. Paolo Caliari insieme a Tiziano e Tintoretto ha composto la triade capace di dominare la pittura europea del Cinquecento ed è divenuto un divenire modello di riferimento per la modernità in pittura, fino ad essere l’esempio da cui prende avvio la stagione impressionista, con un impatto che si è trascinato nei secoli.

Veronese Menarini
Giovanni Carlo Federico Villa, studioso di pittura veneta del Rinascimento e museologo, direttore di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino. Credits: Menarini

Il volume è stato curato da Giovanni Carlo Federico Villa, studioso di pittura veneta del Rinascimento e museologo, direttore di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino. “Veronese è l’artista che ha interpretato, narrato e inaugurato il Cinquecento come pittore di figure e architetture, disegnatore e colorista senza eguali – spiega Villa – La sua lezione ha attraversato i secoli, apprezzata e compresa da tutti coloro che hanno cercato di colorare l’emozione del mondo, narrando l’agire umano sul palcoscenico del Teatro della vita. Fu il meno veneziano, il più italiano fra i pittori che hanno lasciato il segno in laguna. Perché ‘foresto’, nato, cresciuto e formato in una città che si appoggia ai colli e guarda la pianura, riceve umori e messaggi d’arte dalle terre lombarde ed emiliane, coltiva la classicità e sperimenta l’invenzione”.

Così, il nuovo volume va ad esplorare i colori unici che Veronese ha saputo creare assemblandoli nelle sue opere in maniera davvero iconica, in un percorso che riesce a passare da rappresentazioni di primi piani ricche di pathos e spesso grondanti opulenza (con gli immancabili cani che appaiono sulle tavole). Il libro ripercorre una vita “a colori” che è passata dalle rappresentazioni sacre fino alle allegorie.

“Con Veronese prosegue il viaggio che Menarini ha cominciato nel 1956, quando è andato in stampa il primo dei suoi volumi d’arte – segnalano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini – La ricerca di bellezza e la diffusione di cultura sono fondamenti di civiltà e di crescita collettiva e siamo convinti che arte e scienza siano un sodalizio inscindibile per il progresso e il futuro delle giovani generazioni”. Oggi il Gruppo con sede a Firenze è presente in 140 Paesi del mondo; con 4,375 miliardi di euro di fatturato, conta più di 17.000 dipendenti. Nei 18 stabilimenti produttivi in Italia e all’estero sono prodotte e distribuite nei cinque continenti 609 milioni di confezioni all’anno.

Questa ultima realizzazione rappresenta solo l’ultima rappresentazione della la vocazione artistica del Gruppo, che si è evoluta con il progetto multimediale Menarini Pills of Art, brevi video con 30 milioni di vializzazioni in cui esperti del settore raccontano aneddoti e curiosità delle opere protagoniste dei Volumi d’Arte. Si tratta di oltre 700 video, con decine di milioni di visualizzazioni, disponibili sul canale YouTube di Menarini in otto lingue.

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