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Le imprese, l’emergenza Covid e il pericolo scorciatoie

manager crisi covid imprese

Visto l’andamento dell’emergenza sanitaria da Covid-19, è sin troppo facile ipotizzare, per i prossimi mesi, una sempre maggiore pressione sugli operatori della crisi d’impresa e un’onda anomala di operazioni straordinarie funzionali al risanamento finanziario delle imprese.

 

Le operazioni potranno trovare supporto in strumenti elaborati dalle disposizioni emergenziali (Decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio, ecc.) in materia di finanza alle imprese, garanzie pubbliche, sottoscrizione pubblica di strumenti di debito, contributi a fondo perduto, anche se con presupposti di accesso che, al momento, risultano quanto meno intricati. Inoltre non sempre le strutture interessate appaiono così pronte nel processare le novità.

 

E poi ancora si potrà ricorrere a strumenti (non sempre liquidi) a sostegno della patrimonializzazione delle imprese e dell’assorbimento delle perdite, quale la deroga transitoria alle disposizioni del codice civile in materia di impatto delle perdite sul patrimonio netto, il credito di imposta per i conferimenti in denaro in società di capitali, le agevolazioni fiscali per la rivalutazione civilistica degli asset, e quant’altro anche di possibile futura elaborazione nel prosieguo dell’emergenza.

 

Sempre in ottica di facilitazione all’apporto di mezzi propri, è interessante la deroga alla postergazione dei finanziamenti soci e infragruppo erogati nel corso dell’emergenza.

 

Al momento non parrebbero strumenti decisivi, ma, dopo le intese raggiunte in seno all’Unione Europea, nella sostanza, le reali misure di salvataggio e di rilancio delle imprese parrebbero ancora tutte da concretizzare e dunque da soppesare.

 

Allo stesso modo, sarà da comprendere e valutare se, come e quando entrerà in vigore il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, e la sua compatibilità con l’eccezionale stagione che stiamo vivendo, stagione che non era neppure lontanamente ipotizzata all’epoca in cui il nuovo impianto normativo è stato concepito.

 

Indipendentemente da quali saranno norme di riferimento e strumenti a disposizione, sarà comunque fondamentale contenere le prevedibili spinte a soluzioni di risanamento che prescindano da standard qualitativi.

 

L’elasticità che in giusta misura connota tipicamente le operazioni di risanamento non potrà evidentemente ridursi nelle fasi pre e post dell’emergenza, anzi sarà probabilmente necessario compiere esercizi di particolare creatività che rappresenteranno una sfida nella sfida per noi giuristi e in generale per gli addetti ai lavori.

 

Contemporaneamente, sarà opportuno mantenere e per certi versi rilanciare il focus su taluni presupposti essenziali del risanamento che non potranno mancare nonostante l’emergenza: solidità industriale, bontà dei fondamentali di business dell’impresa, “verità” dei piani, adeguatezza di progetti, assetti e attori del management.

 

Se la gravità dell’emergenza inducesse gli attori del risanamento ad “abbassare la guardia” su questi presupposti, gli effetti della crisi sarebbero sicuramente peggiori e a più lungo termine.

 

L’auspicio è che la sempre maggiore qualificazione degli operatori del settore degli UTP (Unlikely to Pay) guidi i tavoli del risanamento affinché siano perseguite soluzioni di turnaround che abbiano sempre, al centro, validi progetti imprenditoriali e manageriali. Così potremo farcela.

 

Marco Marinoni è partner di Giovanardi Studio Legale ed esperto di crisi di impresa.

 

 

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