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Governo ‘sotto’ contratto

Lo spread per mesi sopra quota 300, la crescita che si è fermata, una procedura di infrazione che potrebbe arrivare da Bruxelles, gli investimenti fermi e la preoccupazione delle imprese. Ma anche una manovra in discussione in Parlamento e i primi effetti del decreto Dignità. Non si può che partire da questi dati oggettivi per valutare i primi sei mesi di un governo, quello a guida Lega-Cinquestelle, nato da un ‘contratto’ che vincola le due forze politiche e ispirato dalla volontà di cambiamento. Sei mesi non sono abbastanza per un giudizio definitivo ma, con la scadenza delle prossime elezioni europee che si avvicina, sono sufficienti per arrivare alla conclusione che servono correzioni di rotta urgenti per la politica economica e che per durare cinque anni, come formalmente auspicato dai due leader, andrebbe allentata la tensione all’interno e all’esterno dell’alleanza di governo. Il rischio è quello di precipitare in una nuova fase di instabilità.

Nella rubrica Upstream, Natale D’Amico parla della sfida lanciata all’Unione europea. E di una partita che “sembra indirizzata verso una sonora sconfitta dell’Italia: con linguaggio tennistico, 6-0 6-0”.

In un’intervista al presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, affrontiamo i temi che interessano maggiormente le imprese. Su tutti quello della crescita, che viene prima ancora del rispetto dei vincoli di bilancio. Si può anche discutere di forzare la mano con la Commissione Ue ma se non si sostiene lo sviluppo con misure che aiutano la competitività e il lavoro, avverte il leader degli industriali, restano solo il debito e il deficit.

Parlano con Fortune Italia due esponenti del governo. Il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio chiarisce come il contratto firmato con i Cinquestelle “non sia la Bibbia” ma assicura lealtà all’alleato. Barbara Lezzi, ministro per il Sud, analizza lo stato dell’arte per quanto riguarda i fondi europei – ci sono 4 mld che vanno spesi entro dicembre – e le misure per il Mezzogiorno proposte nella manovra, ribadendo un concetto piuttosto caro all’ortodossia grillina: M5S dirà sì solo alle infrastrutture che ritiene utili.

Proprio in tema di infrastrutture e di investimenti pubblici, pubblichiamo una ricognizione su tutte le opere ferme, in buona parte già finanziate, che vedono il loro destino legato all’analisi costi-benefici in corso: complessivamente, c’è un ‘tesoretto’ disponibile di 134 mld. Di lavoro, e in particolare di politiche attive, parliamo con il presidente dell’Agi, l’associazione dei giuslavoristi italiani: tutto fermo, anche a causa delle rigidità introdotte dal decreto Dignità.

Con il contributo della redazione americana, pubblichiamo uno speciale sull’intelligenza artificiale. Ci occupiamo dei rischi connessi, con un’intervista al presidente dell’Istituto italiano per la privacy, Luca Bolognini. Kai-Fu Lee, venture capitalist ed ex capo di Google China, descrive le ‘quattro ondate’ di progresso che stanno consentendo l’ascesa dell’A.I. Analizziamo poi come l’intelligenza artificiale potrebbe trasformare il riconoscimento vocale in uno strumento chiave per l’interazione con la tecnologia.

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