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Fatture in Cloud, dai videogiochi alla fatturazione elettronica

Una startup nata da una esigenza personale e poi trasformata in una tesi di laurea in ingegneria informatica: Fatture in Cloud ha reso facile la fatturazione elettronica quando questa ancora non era obbligatoria. Daniele Ratti, classe 1992, ha sviluppato la prima versione nel 2013 per mettere in ordine le sue fatture. Oggi l’azienda ha un team di 25 persone (con la previsione di arrivare a 35 entro la fine dell’anno) e gestisce circa 350 mila clienti.

Come ti è venuta l’idea?

Inizialmente l’idea, quando andavo ancora all’università, era quella di creare una software house specializzata in videogames per smartphone. Dopo qualche mese e dopo i primi videogiochi pubblicati (il più famoso è stato Nomi Cose Città Revolution con oltre 2 milioni di giocatori in Italia e Francia), mi sono reso conto che mi serviva di un software che mi aiutasse a gestire la neo-costituita azienda. In particolare avevo la necessità di emettere fatture, registrare le spese e soprattutto di avere un quadro generale di come stava andando l’azienda. Ho iniziato così nell’estate del 2013 a sviluppare una primissima versione di Fatture in Cloud, a solo uso interno, che si è rivelata veramente utile nel mio lavoro. L’ho poi aperta ad amici liberi professionisti e infine al mercato. Dopo qualche mese, Matteo Milesi, il collega con cui sviluppavo i videogiochi, ha deciso di scommettere sul progetto e ha iniziato a lavorare sulle applicazioni per smartphone di Fatture in Cloud.

Come avete raccolto i fondi iniziali?

Dai profitti dei videogiochi. Nel 2015, poi, siamo entrati a far parte del gruppo TeamSystem, che ha acquisito il 51% dell’azienda. Questa partnership strategica è stata pensata per riuscire a conquistare il mercato dei commercialisti (di cui TeamSystem è leader in Italia), in modo da raggiungere i clienti finali proprio tramite gli studi, creando un ecosistema collaborativo tra il commercialista e l’azienda.

Chi sono i vostri clienti?

Sia liberi professionisti sia aziende. Non abbiamo un settore principale in quanto Fatture in Cloud è molto “orizzontale” e adatto alla maggior parte delle imprese Italiane. Inizialmente i clienti early-adopters erano soprattutto persone o aziende legate al mondo dell’informatica, ma adesso spaziamo dal piccolo artigiano o dall’imbianchino, fino alla Srl con decine di dipendenti.

In cosa differisce dagli altri competitor?

Inizialmente i vantaggi competitivi erano l’assistenza clienti di qualità e la semplicità di utilizzo della piattaforma, unita ad un’interfaccia gradevole e moderna. In questo momento, si è aggiunta anche la forte collaborazione con il proprio commercialista, che pochi altri software possono vantare.

Oggi la fattura elettronica è obbligatoria: come avete accolto questo provvedimento dell’Agenzia delle entrate?

Siamo stati fortunati ad esserci affermati in periodi non sospetti, anni prima dell’avvento della fatturazione elettronica. Questo ci ha permesso di creare e rodare un gestionale solido sulla base delle reali esigenze delle imprese, a differenza dei software sviluppati di corsa, per cavalcare l’onda della fatturazione elettronica, ma che hanno poco contenuto al loro interno. Abbiamo supportato da sempre la fatturazione elettronica, fin dal 2016, quando è diventata obbligatoria per le fatture emesse verso le PA. Attualmente il processo è più semplice che mai: bastano pochi click per attivarsi e generare fatture elettroniche è semplice come generare fatture normali. Nel momento in cui la fatturazione elettronica è diventata obbligatoria per tutti, siamo passati da 35 mila a 350 mila clienti.

La prossima mossa?

Abbiamo lanciato da poco una spin-off di Fatture in Cloud per la gestione dei dipendenti (pianificazione ferie, presenze, permessi, note spese, archivio buste paga e tanto altro) che si chiama Dipendenti in Cloud. Anche in questo caso l’idea è quella di rivoluzionare il modo in cui le aziende Italiane gestiscono i propri dipendenti con un software.

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