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Coronavirus: psicologo, famiglie e quarantena

Ho realizzato l’importanza cruciale del nostro contributo di psicoterapeuti quando ho udito queste parole: “vorrei morire per non aver paura”. Sono le parole di un bambino che vive in un territorio a rischio. I genitori hanno chiesto il mio aiuto per gestire la situazione. Da allora non ho smesso di vedere pazienti perché, in queste circostanze, anche una sola seduta può aiutare a sbloccare circuiti di relazione estremamente problematici e disinnescare catene viziose di relazione che, in modi che altrimenti sfuggono al nostro controllo, si riversano per le strade e registrano effetti dannosi incalcolabili.

I consigli per i genitori che hanno figli piccoli.

  • Stabilite delle regole.

E soprattutto, non fate distinzioni. Le regole devono essere semplici e valide per tutti. Se stabilite dei criteri di applicazione troppo articolati, vi troverete a vivere dentro un tribunale di liti continue. È assai più facile rispettare delle regole se sono uguali per tutti che non fare continue distinzioni (forse questo consiglio non vale solo per le famiglie e sarebbe utile anche ai governanti, ma non è questo il momento e il contesto adatto a questa riflessione).

  • Prendetelo in giro.

Dategli un nomignolo. Una coppia che seguo lo ha chiamato Sara. A voi non dice niente. Ma è il nome di una donna che loro odiano. Maledetta Sara!

  • Costruite una narrazione.

Quando cresceranno, sarà una storia bellissima E se guardate nel modo giusto, scoprirete una cosa molto bella: lo è già.

  • Fiabe, Fiabe, Fiabe.

Solo per chi sa già che è facile raccontarle, dato che i bambini sono un pubblico severo ma allo stesso tempo indulgente. C’è tutto, no? Il demone cattivo che viene combattuto nel cielo (è per questo che non si può uscire), il sortilegio, i maghi a lavoro, gli avventurieri alla ricerca della pozione risolutiva. Il limite è la fantasia, che non ha limiti. E dunque? Sbizzarritevi, e, con i bimbi più cresciutelli, coinvolgeteli nel processo creativo.

I consigli per chi è in quarantena

Se il più grande nemico è nella mente, proprio questa può rivelarsi la più utile alleata.

  • Se non sei da solo, attento all’acqua.

Se sei costretto in quarantena e non sei da solo, aumentano tutte le possibilità di litigare. È inevitabile, soprattutto se non eravate abituati a stare così tanto tempo vicini, in situazione di stress. Voglio darti un buon motivo per evitare di assecondare quell’istinto. Sei su una nave, intorno c’è l’acqua. Se assecondi quell’istinto litigioso, che con ogni probabilità emergerà, ci saranno due possibilità: o desidererai saltare in acqua oppure gli altri desidereranno lanciartici. Meglio evitare.

  • Se sei solo, non sei solo.

Puoi diventare la migliore compagnia di te stesso, invece di essere la versione più antipatica di te. Non credi sia sciocco riservare il meglio per gli altri e dare il peggio di se proprio a se stessi?

Altri consigli per chi è in quarantena e per gli psicologi

Ecco alcuni compiti pratici, squisitamente immaginativi, che ho sviluppato come prescrizioni in questo periodo nel lavoro con i pazienti. Non solo i colleghi possono adattarli alla propria pratica ma anche le persone possono farne buon uso.

  • Annota la data della fine della quarantena. Inizia a immaginare le cose che ti piacerebbe fare, dalle più semplici, che in questo momento non è possibile fare, alle più complesse, che magari non hai mai fatto. Scoprirai che alcune di esse possono essere fatte anche a casa. Inizia a farne una.
  • Immagina adesso, ricordandola, la tipica giornata impegnata in cui sei costretto a stare fuori casa ma non desidereresti altro che stare a casa. Cosa faresti? Leggeresti quel libro? Ti metteresti sotto una bella copertina? Guarderesti un film? Berresti una tisana? Magari ti concederesti un cibo che ami particolarmente? È un compito molto personale, non esistono risposte corrette. Alcune persone, ad esempio, hanno iniziato a fare un po’ di ginnastica in casa. Il bello dell’immaginazione è che non conosce limiti.

Si noti che il primo compito ha almeno due effetti interessanti. Il primo effetto è che, se opportunamente utilizzato, permette – concedendosi di immaginare ciò che si vorrebbe – di assaporarne gli effetti. Questo avviene perché l’immaginazione e la realtà hanno di fatto lo stesso funzionamento a livello cerebrale. Immaginare il piacere genera piacere. Il secondo effetto è legato ad un problema che sembra in questo momento secondario, ma è che è importante non trascurare. Tutti infatti pensano al problema della quarantena, ma anche la fine della quarantena, e il ritorno alla cosiddetta vita normale, pone alcune sfide e problemi. Infatti, la centralità del virus svuota di significato gli altri aspetti dell’esistenza. Come avviene con le serie televisive. Quando finiscono, lo spettatore che se ne sia nutrito compulsivamente sperimenta un senso di vuoto. Pertanto, il secondo compito accompagna la persona dolcemente in questa fase successiva, in modo che non solo sia pronta, ma trasformi la situazione nella quale ha scelto di obbligarsi in una opportunità.

Ciò che vale per la singola persona vale per tutti noi.

Credo infatti che questo sia, o possa essere, per tutti, un ottimo momento per pensare, e forse ripensare, la nostra umanità.

Non sprechiamolo.

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