Siete dei ladri. Come gli altri, come quelli che svaligiano le case. Rubate il lavoro, gli sforzi e gli investimenti di un settore che già soffre da anni. Rubate il futuro dell’editoria. Usate Telegram per diffondere copie pirata di giornali e periodici e rendete vostri complici i nostri lettori.
Fate un danno economico enorme, quantificabile in 250 mln di euro l’anno secondo la FIEG, la federazione degli editori. I dati della vostra attività sono impressionanti: dieci canali Telegram, dedicati esclusivamente alla distribuzione illecita di giornali; avete trovato 580 mila utenti. Avete fatto scaricare il numero di Fortune Italia di marzo 45mila volte su un solo canale. Avete causato perdite insostenibili a tutte le testate coinvolte.
E il danno che fate va oltre l’aspetto economico. Siete ladri anche perché distruggete il valore essenziale di quello che rubate. Rompete il legame fondamentale che c’è tra chi scrive, chi fa giornalismo, e chi legge, chi sceglie il prodotto giornalistico. È un legame di fiducia che passa per la copia acquistata, per il riconoscimento di un prezzo da pagare in cambio di informazione di qualità. È un legame stretto che ha sempre potuto contare sulla fiducia reciproca.
Vale per la copia di carta così come per quella digitale e la tecnologia non può diventare l’alibi per distruggerlo. Telegram è uno strumento come altri. Con pregi e difetti. Voi lo usate perché non consente controlli e rendete la libertà estrema offerta dalla tecnologia il suo lato peggiore.
La Fieg ora interviene e chiede all’Agcom la sospensione di Telegram per porre fine al vostro reato. Una repressione necessaria, che non porterà comunque al risultato finale. Perché, ammesso che vi chiudano un canale, cercherete un altro strumento per rubare.
La battaglia tra legalità e illegalità sembra persa in partenza, almeno su questo fronte. Ma resta il tema di fondo. Un tema che forse può essere sostenuto almeno sul piano culturale, chiamando in causa i vostri utenti.
E, allora, cambiamo interlocutore. E rivolgiamoci direttamente a chi sceglie di leggere giornali e riviste su Telegram.
Guadagnare o perdere copie deve restare un problema di fiducia. E non una resa alle leggi della pirateria imposte a un mercato che già arranca per problemi che si trascina da tempo. Se avete gli strumenti culturali per capirlo, fate una scelta consapevole e rinunciate ad alimentare un mercato parallelo che può distruggere le testate che volete leggere. È una scelta che vi costa poco ma che può pesare molto.
