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Sei tecnologie digitali per il rilancio dell’arte e della cultura

arte cultura covid
Pedro García

Pedro García

Pedro García è AD di Minsait in Italia

In Italia si respira arte. Siamo uno dei Paesi del mondo dove il peso della cultura è più evidente. Un peso che si traduce in un’industria centrale per l’economia, con circa il 6% del PIL e più di 1,5 milioni di posti di lavoro.

Uno dei pilastri dell’Italia, che però è stato scosso dalla pandemia. L’emergenza sanitaria e le chiusure hanno rappresentato una grave e inaspettata minaccia per il settore; ma anche un’opportunità per accelerare i progetti di digitalizzazione che molte istituzioni avevano già avviato.

La trasformazione digitale è infatti l’unica via possibile per rispondere alle sfide del contesto attuale e alle esigenze di democratizzazione dell’informazione e dell’arte. La tecnologia può facilitare l’accesso alla cultura offrendo un approccio integrato e completo che permette di condividere le informazioni tra tutti gli agenti della catena del valore, sia pubblici che privati. L’obiettivo: offrire esperienze più attraenti, migliorare la gestione e promuovere lo sviluppo sostenibile e intelligente del settore.

Quali sono le tecnologie che possono segnare la ripresa dell’arte e della cultura nei prossimi anni? Le istituzioni culturali devono alzare la loro scommessa tecnologica in almeno sei aree.

 

  • In primo luogo, le applicazioni mobile permettono di mostrare le opere in maggiore profondità e dettaglio, di giocare con contenuti educativi e persino di visitare collezioni e opere che non sono attualmente in mostra.

 

  • Naturalmente, le reti social saranno ineludibili come canali per stabilire una comunicazione diretta e aperta con i visitatori, offrendo migliori servizi e attirando un pubblico più giovane.

 

  • I chatbot possono anche svolgere facilmente le funzioni del servizio clienti e risolvere domande e dubbi generali, così come rispondere a richieste specifiche su aspetti di una mostra, un monumento, un edificio storico o una rappresentazione culturale in qualsiasi momento e da qualsiasi parte del mondo.

 

  • Inoltre, la realtà virtuale, aumentata e ‘mixed’, permetterà ai visitatori di godere di esperienze immersive e uniche che li faranno entrare nell’arte e nella cultura superando il ruolo di spettatori passivi.

 

  • Naturalmente, l’Internet of Things abiliterà visite molto più personalizzate in base alle esigenze e interessi particolari, consentendo ai responsabili di capire meglio come i visitatori interagiscono negli spazi o quali sono le stanze più visitate.

 

  • Infine, la cosiddetta gamification attraverso i dispositivi mobile può stimolare il processo di scoperta culturale e di apprendimento del pubblico attraverso il gioco.

 

Insieme a tutto questo, un altro fattore sarà decisivo nel contesto post-pandemico: la gestione degli spazi e della sicurezza. Su questo fronte possono fare la differenza elementi come l’incorporazione di sistemi di allarme digitali e multimediali per guidare i visitatori verso le uscite di emergenza e per evitare la folla e garantire la distanza sociale.

Molti di questi concetti stanno guidando – per citare il caso di successo di un’istituzione di riferimento nel nostro paese – la digitalizzazione dei Musei Vaticani, un progetto ambizioso che faciliterà l’integrazione, su un’unica piattaforma, di tutti i sistemi di sicurezza dei Musei per migliorare la protezione delle opere e la sicurezza dei suoi visitatori.

Questa integrazione fornirà una visione più accurata di tutto ciò che accade all’interno dei musei e permetterà una gestione intelligente e ottimizzata dei flussi di visitatori e degli spazi, oltre a migliorarne la sicurezza. Inoltre, i visitatori saranno in grado di consultare in tempo reale attraverso una app l’afflusso di persone nelle diverse sale o informazioni sulle opere e promozioni adattate ai loro interessi e profili personali.

I Musei Vaticani sono un esempio di come la tecnologia possa favorire la ripresa del settore artistico e culturale. Il percorso è l’innovazione, che deve essere intesa non solo come evoluzione tecnologica, ma anche come l’applicazione dell’esperienza volta ad ottenere spazi più aperti, dinamici, intelligenti e attraenti per il pubblico.

*Pedro García è AD di Minsait in Italia

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