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Bar, il caffè da asporto costa 30 tonnellate di plastica al giorno

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Il divieto di consumare caffè al banco sta producendo un doppio effetto negativo: da un lato i fatturati dei bar sono crollati del 40%, dall’altro si sta mettendo in circolazione un mare di bicchierini di plastica. L’Ufficio studi di Fipe, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, membro di Confcommercio, stima che il divieto di consumo al banco da solo, escludendo l’asporto, genera 30 tonnellate di rifiuti di plastica al giorno.

“Questo è un motivo in più per eliminare un divieto, quello del consumo al banco, che non ha alcuna base scientifica“, sottolinea la nota di Fipe-Confcommercio, “e che sta invece distruggendo il modello stesso del bar italiano. Un disastro che si accompagna a quello provocato dal coprifuoco alle 22. In questo caso ad essere maggiormente penalizzati sono i ristoranti”

Secondo l’Ufficio studi, infatti, lo slittamento del coprifuoco alle 23 produrrebbe un beneficio per le casse dei locali, pari al 10% dei fatturati giornalieri, mentre arrivare fino alle 24 aggiungerebbe un ulteriore 7%.

“In totale”, spiega la Federazione, “queste due ore in più di lavoro garantiscono un incremento di volumi di affari per i pubblici esercizi di 10 mln di euro al giorno. Una boccata d’ossigeno importante ma ancora più importante è la ripresa al più presto dell’attività al chiuso. Non dimentichiamoci che, non solo il 46% dei locali italiani, 116mila bar e ristoranti, è sprovvisto di spazi all’aperto, ma la perturbazione che interesserà per tutta questa settimana buona parte del nostro Paese, sta determinando un nuovo lockdown di fatto anche per le altre attività. Anche per questo non si può più attendere oltre”.

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