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Lanzetta (Enel): ‘Sull’energia l’Italia doveva fare di più per l’indipendenza dalla Russia’

Lanzetta

La guerra in Ucraina sta evidenziando plasticamente le ‘non scelte’ dell’Italia in questi anni in campo energetico. A confermarlo a Fortune Italia è Nicola Lanzetta, Head of Italy di Enel, che durante il convegno organizzato in collaborazione con il Centro Studi Americani il 21 aprile a Roma (“Gli Scenari Energetici: tra PNRR e Conflitto”) ha detto che, “l’Italia non solo poteva fare di più, ma doveva fare di più”.

In particolare, per il direttore Italia del Gruppo Enel, “non sono state fatte tre cose: in primis, continuare ad avere un ritmo significativo per la realizzazione degli impianti di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Paradossalmente dieci anni fa, per fare un esempio, l’Italia installava una quantità di impianti dieci volte maggiore rispetto a quella degli ultimi anni, mentre oggi piangiamo la sudditanza dal gas russo. Alcune attività del nostro Paese, inoltre, sono ancora oggi eccessivamente collegate ai combustibili fossili. Già da un po’ di tempo avremmo potuto convertire i nostri consumi, iniziando la transizione energetica verso l’elettrico, anziché il gas”.

“Infine – dice Lanzetta –  avremmo dovuto approvvigionare il gas tramite rigassificatori, e non attraverso i tubi. Questo ci avrebbe consentito di scegliere più liberamente il nostro fornitore di gas”. Una cosa che oggi, purtroppo, non è possibile e che stiamo pagando caro.

Ma quali sono gli elementi che ci hanno impedito di andare dritti verso una transizione energetica più veloce?

Per Lanzetta nel tempo “ci siamo eccessivamente burocratizzati. Attività complesse e frastagliate, necessità di permessi nazionali, regionali, addirittura degli enti locali, hanno reso complicatissimo ottenere i relativi permessi. Mediamente solo per le autorizzazioni degli impianti eolici servono quattro anni e mezzo. Tempi inaccettabili! Il secondo aspetto, poi, è culturale: si è diffuso in maniera sbagliata il fenomeno NIMBY (not in my backyard, non nel mio gradino, ndr), non sapendo che in Italia esiste una quantità enorme di terre che, in ogni caso, non sarebbe impattata da queste installazioni”.

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Paideia

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