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Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro

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Luigi Sbarra

Luigi Sbarra

Luigi Sbarra è Segretario generale Cisl

Sono più di settecento gli incidenti mortali sul lavoro dall’inizio dell’anno nel nostro Paese. In media tre persone al giorno perdono la vita sul luogo di lavoro. Una strage silenziosa, indegna di un Paese moderno e civile. Non ci può essere lavoro senza sicurezza: è un binomio imprescindibile, come più volte ha ricordato anche il nostro Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Per questo siamo scesi in piazza lo scorso 22 ottobre a Roma dopo una settimana di assemblee nei luoghi di lavoro e di mobilitazione nei territori. Abbiamo lanciato un segnale forte alle istituzioni, alla politica, alle imprese. L’Italia è l’unica nazione europea che non ha ancora elaborato una vera strategia sul tema della prevenzione degli incidenti e della sicurezza sul lavoro. Il nuovo governo è chiamato a dare una svolta indicando da subito linee e risorse che si vogliono impegnare. Chiediamo di migliorare il coordinamento tra tutti gli enti e di potenziare ulteriormente le assunzioni di ispettori e medici del lavoro perché questa guerra non si vince senza un esercito adeguato. Serve maggiore responsabilità sociale dell’impresa: troppe aziende continuano a utilizzare in modo selvaggio il sub appalto applicando tutele diverse per identici lavori o mascherando forme di massimo ribasso a discapito della sicurezza, della prevenzione, della qualità.

Ecco perché va istituita una patente a punti per qualificare le imprese e fatto un grande investimento sulla prevenzione, nella formazione di qualità, estendendo i delegati alla sicurezza in ogni luogo di lavoro, garantendo un presidio effettivo di controllo, utilizzando le nuove tecnologie e l’innovazione per rendere più sicuri macchinari e mezzi di cantiere. C’è da fare un grande salto culturale: è tempo che i programmi scolastici affrontino questi temi, perché gli studenti, i ragazzi di oggi, saranno i lavoratori, gli imprenditori e i professionisti di domani. Va poi reinvestito il ‘tesoretto’ risparmiato ogni anno dall’Inail: non è possibile che nella situazione in cui ci troviamo, un miliardo di euro resti inutilizzato.

La sicurezza non può essere considerata un mero costo: è invece un investimento che porta a maggiore innovazione, più alta produttività del lavoro, migliori indici reputazionali delle aziende. Occorre diffondere, attraverso una grande alleanza tra istituzioni e parti sociali, una nuova educazione civica alla sicurezza e alla tutela della salute. Le parole di cordoglio e di condanna per questi ripetuti incidenti mortali non bastano più di fronte a un bollettino di guerra desolante che ogni giorno si allunga con il nome dell’ennesima vittima destando indignazione pubblica per sempre meno ore. Le morti, gli infortuni, le malattie professionali non possono passare come un fatto abituale o diventare un freddo dato statistico.

Il Paese deve ripartire dal protagonismo del lavoro, dalla sua dignità e dalla partecipazione delle persone che lavorano, non dai loro corpi, non dal loro sangue. Ogni volta che un lavoratore perde la vita nel proprio luogo di lavoro è una sconfitta per tutti, uno sfregio sulla nostra Carta fondamentale e sul valore stesso della democrazia. È tempo di cambiare passo. Il nuovo Governo apra subito il cantiere-sicurezza. E lo faccia insieme al sindacato.

* Luigi Sbarra è Segretario generale Cisl

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