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Competenze territoriali per evitare la ‘bolla Pnrr’ del capitale umano

La conclusione della fase di disegno e progettazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha determinato l’avvio di un percorso di efficace ed efficiente implementazione delle misure. Una sfida enorme per l’Italia, segnata da almeno due nodi cruciali: il rispetto delle scadenze in termini di attuazione e la costruzione di sinergie a rete tra attori pubblici e privati a supporto della capillare attuazione del Piano.

La vittoria dell’Italia sarà mettere a sistema attori e iniziative, potendo contare su una platea di specialisti operanti nel settore Terziario con una forte expertise nell’assistenza del tessuto socio-economico locale, in grado di supportare il percorso di trasformazione e rilancio del Paese: studi professionali, legali, di commercialisti, di consulenza, di assistenza specialistica con presidi territoriali che, attraverso la conoscenza profonda del Sistema-Paese e delle peculiarità locali, potranno fornire un punto di contatto con le iniziative nazionali ed europee.

Velocità ed efficacia in fase attuativa

Proprio dal nuovo “metodo Pnrr” deriva un modello di programmazione e implementazione basato sul dialogo, sulla collaborazione e sul serrato monitoraggio di obiettivi e tempi di realizzazione. A testimonianza della sua efficacia, la Commissione Europea ha certificato i traguardi e gli obiettivi raggiunti dall’esecutivo nel primo semestre del 2022, dando il via libera alla richiesta di erogazione della seconda rata inviata dal Mef lo scorso 29 giugno.

Sempre sul fronte europeo, dopo il comunicato stampa del Consiglio Europeo del 4 ottobre, si fa più vicina la validazione del piano REPowerEU, che vedrà gli Stati membri impegnati nella costruzione di un nuovo capitolo all’interno dei propri Piani nazionali dedicato alla mitigazione degli effetti del conflitto ucraino-russo, tramite l’accelerazione della transizione verde. Fondamentale anche in questa occasione sarà costruire un modello partecipato, che veda coinvolti corpi intermedi, associazioni di categoria, professionisti sui territori, per garantire il matching tra le necessità del Paese reale e le politiche pubbliche adottate.

Professionalità a supporto del “metodo Pnrr”

E proprio il coordinamento e la convergenza di intenti tra i diversi professionisti e competenze trasversali al pubblico e al privato rappresentano la grande sfida di questi tempi per generare un importante effetto leva sull’attuazione del Piano.

Il successo della messa a terra del “metodo Pnrr” sarà determinato non soltanto dall’utilizzo dei fondi, ma soprattutto dalla verifica delle modalità con cui queste risorse saranno impiegate.

Da non sottovalutare, in tal senso, il rischio che i tempi serrati per la realizzazione degli interventi possano portare a un’accelerazione nelle assegnazioni dei progetti esclusivamente attraverso i canali legati a grandi gruppi e grandi imprese, spesso con headquarter all’estero.

Questo potrebbe comportare l’ingresso di colossi aventi centri decisionali fuori dal Paese anche in aree di business già permeate da strutture del Terziario presenti a livello locale con expertise eccellenti, determinando una polarizzazione che potrebbe portare a un impoverimento del tessuto produttivo di mestieri e professionalità e a una “bolla Pnrr” legata al capitale umano per gli anni a venire.

Al contrario, la costruzione di una nuova attrattività del Paese, vera legacy del Piano, dovrebbe passare anche e soprattutto dal rafforzamento di competenze interne per perseguire programmi di lungo periodo. Sarà auspicabile in tal senso una vera e propria integrazione quasi osmotica tra le diverse categorie dimensionali, tramite il coinvolgimento e la ramificazione delle tante professionalità presenti sul territorio italiano.

Uno degli obiettivi del Pnrr è infatti quello di drenare risorse capillarmente anche verso i sistemi e filiere territoriali, gettando le basi per il loro rafforzamento anche mediante le infrastrutture di collegamento rappresentate dai corpi intermedi, dal sistema camerale, dalle associazioni di categoria, ecc. Tutti soggetti chiamati a raccordare le esigenze dei tessuti produttivi locali con le politiche istituzionali per la ricostruzione di un Sistema-Italia che sappia, da ora in avanti, cogliere le opportunità che arriveranno anche dall’Europa.

*Claudia Bugno, Strategic advisor con lunga esperienza nel mondo pubblico e industriale negli ambiti del crisis management, della pianificazione per lo sviluppo del business

 

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