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Co-living, Habyt è leader globale. Il Ceo: “Ora Borsa e 1 mld di fatturato”

luca bovone habyt

Quotazione nel 2024 e un miliardo di fatturato nel 2026. Sono i nuovi obiettivi di Habyt, la creatura dell’imprenditore italiano 31enne (classe 1991) Luca Bovone, nata in Germania nel 2017. Il settore in questione è il co-living, cioè gli affitti condivisi, accessibili attraverso piattaforme tecnologiche create appositamente. Già dalla primavera 2022, Habyt era diventato il più grande operatore di co-living in Europa e Asia, grazie alla fusione con l’operatore asiatico Hmlet. Ora, con un nuovo accordo con la statunitense Common, il primato è indiscusso. E gli obiettivi cambiano, spiega lo stesso Bovone a Fortune Italia.

Common è infatti il più grande operatore di co-living in Nord America: con Habyt oggi ha annunciato una fusione per creare la principale società globale del settore. Questo nuovo gigante avrà sedi in oltre 40 città e 14 paesi, in tre continenti, e gestirà oltre 30.000 unità abitative (7.000 portate in dote da Common): da quelle dedicate al co-living ai monolocali e agli appartamenti in affitto tradizionali. Il Ceo sarà proprio Luca Bovone, che nel 2021 era stato indicato tra i 40 under 40 di Fortune Italia. Già allora, quando i numeri erano ancora lontani da quelli odierni, la crescita di Habyt procedeva ad alta velocità. Una caratteristica che non è andata persa: “Abbiamo fatto questo accordo nato un paio di mesi fa. Siamo stati rapidi”, dice il 31enne a Fortune Italia dopo l’annuncio. “Loro hanno sempre rappresentato l’altro grande polo nel co-living mondiale, quindi ora si è ridotto il numero di player importanti nel settore. Siamo a oltre 30mila unità abitative, e siamo sempre più vicini a una quotazione”.

Quando avverà lo sbarco in Borsa? “Ora, anche come livello di fatturato, potremmo già farla: ma bisogna prima stabilizzare il tutto e aspettare che il mercato si riprenda. Oserei dire che siamo pronti, ma si parla comunque, probabilmente, di fine 2024“. Neanche un anno fa, l’obiettivo erano le 30mila unità abitative. Obiettivo già raggiunto. Ora si punta al break-even entro fine 2023, afferma il Ceo italiano. “Siamo già profittevoli in quasi tutti i mercati, la società è molto vicina al break-even. Ci sono una serie di costi per integrare le varie società da affrontare, prima”.

Ma una volta perfezionata l’integrazione, si potrà sfruttare il vantaggio di “una sola piattaforma tecnologica” da utilizzare in Europa e Asia, “e quello porterà riduzioni di costo importanti”.

In più, dice Bovone, Common porta in dote “uno studio interno di interior design e questa è una cosa che potremmo sviluppare a livello globale, mentre noi portiamo la nostra forza a livello di back end”. In generale, “la fusione ha perfettamente senso per entrambe le società: Habyt non aveva una presenza in Nord America e Common non ne aveva in Europa”, ha dichiarato Bovone commentando l’accordo. “Le nostre nuove risorse combinate presentano una soluzione completamente digitale e semplice per accedere alle proprietà in affitto in tutto il mondo, qualcosa che è stato storicamente deragliato da infinite scartoffie o burocrazia”.

L’obiettivo adesso aumenta: “Si parla di un miliardo di fatturato nel 2026. Quello è il nostro obiettivo, la nostra stella, siamo a buon punto con queste 30mila unità”.

Insomma, non mancano né obiettivi né sfide da affrontare. Intanto, rimane la notizia di un italiano classe 1991 a capo del leader del mercato degli affitti condivisi. “È piacevole”, confessa Bovo. “Ovviamente è una bella notizia, fa sempre piacere portare un po’ d’Italia e d’Europa in cima al mondo, ed è stato sempre un obiettivo del team arrivare in un mercato gigantesco come gli Usa. Adesso per noi sarà un momento impegnativo. Abbiamo davanti tanto lavoro per l’integrazione e per far si che questa sia una storia di successo”.

Brad Hargreaves, fondatore e presidente di Common, parla del “primo operatore di co-living veramente globale. E non c’è nessuno che lo faccia meglio al di fuori degli Stati Uniti, con valori e capacità digitali simili, di Habyt”.

“Fondendoci, stiamo creando una rete internazionale di co-living che sempre più affittuari stanno cercando in questo momento”.

Entrambe le società sono in forte crescita: il giro d’affari di Common e Habyt è cresciuto di tre volte nel 2022 ed entrambe le società prevedono che le loro attività raddoppieranno nel 2023. L’obiettivo è raggiungere la redditività già entro quest’anno. Common, inoltre, vanta già oltre 110 mln di dollari di raccolta da venture capital. Raccolta sostanziosa anche quella di Habyt: 50 mln di dollari al 2022.

Il nuovo gruppo guidato da Bovone è sostenuto da alcuni investitori internazionali in tutto il mondo, tra cui P101, Vorwerk Ventures, DI Capital, Sequoia e Mitsubishi ed è stato fondato nel 2017 a Berlino, in Germania.

In Nord America sarà Karlene Holloman, CEO di Common, a guidare il Gruppo Habyt. “Con questa fusione, ora abbiamo una piattaforma globale per ridefinire l’esperienza di vita in tutto il mondo”.

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