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La battaglia di Andrea Di Giuseppe (FdI): voto elettronico per impedire le truffe di chi all’estero fa ‘votare’ pure i morti

Al Parlamento non si registrava tanto fermento intorno alle comunità degli italiani che vivono lontano dal Belpaese dai tempi di Mirko Tremaglia e del varo della Legge 27 dicembre 2001, n. 459. Una legge che per la prima volta disciplinava “l’esercizio di voto dei cittadini italiani residenti all’estero”.

A riaccendere i riflettori sugli italiani all’estero e sulle loro problematiche è stato l’onorevole Andrea di Giuseppe, imprenditore romano trapiantato negli Stati Uniti (ha la doppia cittadinanza) da 20 anni che, dopo la sua elezione con Fratelli d’Italia nella circoscrizione nord e centro americana, in sei mesi ha letteralmente rivitalizzato i rapporti fra l’Italia e i suoi figli sparsi in tutto il mondo.

Onorevole, il suo ingresso in Parlamento ha ricostruito un cordone fra la politica
italiana e le nostre comunità all’estero.

Sono un immigrato e conosco bene le problematiche di chi vive lontano dalla patria. Quando mi sono candidato alla Camera, ho stilato un elenco di priorità, di necessità per la nostra gente, creando un programma elettorale di nove punti. Poi, da imprenditore, ho visto cosa si poteva fare subito e mi sono attivato.

E cosa ha fatto?
Il primo passo è stato presentare una proposta di legge per fare in modo che chiunque abbia perso la cittadinanza italiana possa riacquistarla. Le spiego. Prima del 1992 non esisteva una legge sulla doppia cittadinanza. L’italiano che risiedeva all’estero doveva scegliere se restare italiano o prendere la nazionalità del Paese nel quale era emigrato e lo stesso valeva per eventuali figli. Poi, la legge è cambiata e chi è emigrato ha potuto richiedere la doppia cittadinanza ma tanti italiani oggi sono ‘stranieri’ per via di quella legge.

Riaprire i termini per il riacquisto della cittadinanza italiana per i residenti all’estero cosa significherebbe?
Innanzitutto, risolveremmo una stortura legale, un ingiustizia che va avanti da 30 anni. Poi, dobbiamo considerare il turismo di ritorno.

Ossia?
Ha idea di quante migliaia di persone vorranno tornare in patria da italiani col nuovo passaporto? Oltre all’aspetto umano e sociale, ci sarà anche una ricaduta economica importante ma per me l’obiettivo è ridare ai miei connazionali la gioia di essere italiani anche sui documenti oltre che nell’animo.

A proposito di casa, la questione dell’IIMU come la sta affrontando?
C’è una discrasia di trattamento fiscale per gli Italiani all’estero in merito al pagamento dell’IMU sull’abitazione principale in Italia. Con un ordine del giorno ho chiesto di eliminare questa imposta. Il parere favorevole del Governo alla mia proposta apre le porte a una possibile equiparazione fiscale chiesta a gran voce dalle nostre comunità estere ma mai ascoltata.

Lei, invece, sembra che la ascoltino al Parlamento…
Fratelli d’Italia ha dimostrato già dalla campagna elettorale grande attenzione agli italiani all’estero e il Governo Meloni ha iniziato da subito a mantenere quanto promesso. La squadra di Fratelli d’Italia ha sempre avuto idee chiare sugli italiani nel mondo e sul trattamento discriminatorio che ricevono; io sono l’unico eletto all’estero del partito e sto lavorando per arrivare agli obiettivi indicati è l’unica cosa che conta.

Veniamo a un altro punto del suo programma: il voto. Ieri ha presentato una proposta di legge per l’introduzione del voto elettronico all’estero.
Da quando mi sono candidato ai Com.It.Es. , nel 2021, ho sostenuto che il voto postale non è compatibile con i tempi elettorali, è discriminatorio (molte persone non ricevono il plico per votare), e favorisce le truffe.

Truffe?
Sì. In campagna elettorale ho denunciato alla Procura di Roma che nelle liste dei votanti nella mia circoscrizione risultavano migliaia di ultranovantenni che non si sapeva se fossero vivi o morti. Dopo una verifica, ho scoperto che molti di questi non solo erano deceduti ma risultavano votanti. Chi ha votato al loro posto? Inoltre, qualcuno riscuote la pensione di queste persone non avendone diritto? C’è la possibilità di un danno erariale enorme. So che c’è un’indagine in corso e aspetto con ansia i risultati.

I risultati del passaggio al voto elettronico quali potrebbero essere?
Avere la garanzia che voti chi ne ha diritto, evitare che le schede vengano annullate per usura o errori dell’elettore, dare a tutti la possibilità di votare (basterà uno smartphone per farlo) e abbattere i costi del voto postale che sono enormi: milioni e milioni di euro per spedire le schede ai votanti, raccoglierle, mandarle in Italia e farle scrutinare. Soldi dei contribuenti che potrebbero essere utilizzati in altro modo.

A proposito di soldi. Avete aumentato gli stipendi ai dipendenti della rete consolare.
Sono state previste nuove assunzioni di personale per ambasciate e consolati italiani che a livello di risorse umane ha toccato livelli bassissimi negli scorsi anni.  Grazie al Governo sono partiti investimenti per rafforzare i servizi al pubblico, prima inesistenti. Ora, dopo l’adeguamento dei salari e il potenziamento del personale, sarà necessario anche fare corsi di formazione.

Per chiudere, una cosa che non hanno gli italiani all’estero e che lei vorrebbe dargli presto.
C’è tanto da fare ma una questione da risolvere è l’assistenza sanitaria che, previo il pagamento di una imposta annuale, potrebbe essere estesa anche ai cittadini regolarmente iscritti all’A.I.R.E.. Poi c’è la questione delle terapie salvavita o terapie rivolte a particolari patologie rare che attualmente sono a pagamento fuori dai confini. C’è una squadra che sta lavorando per trovare una soluzione ma non voglio fare promesse. Una volta raggiunto l’obiettivo, come negli altri casi, lo comunicherò. La nostra gente di promesse e parole vuote ne ha sentite anche troppe finora.

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