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Pianificazione aziendale, ecco perchè per le imprese è un imperativo costante

In che modo le imprese stanno trasformando i modelli di pianificazione per prepararsi al futuro? Quanto sarebbero a rischio le aziende in caso di recessione globale, conflitto militare o disastro climatico? Quanto sono resilienti le supply chain di fronte alle avversità inaspettate, ma sempre più comuni in questi ultimi anni? Nonostante quasi tutte le organizzazioni italiane (99%) abbiano realizzato una qualche forma di trasformazione della pianificazione a partire dal 2020, l’81% di esse riferisce di avere fallito almeno in parte nel proprio tentativo.  

A fornire una panoramica su un tema sempre più delicato e attuale è Board International, fornitore leader a livello mondiale di soluzioni di Intelligent Planning che aiutano le aziende a pianificare in modo più efficace, che ha intervistato 2.450 decision-maker provenienti da Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Giappone, Australia e Singapore nel settore della pianificazione finanziaria, della pianificazione della supply chain e del merchandise planning in aziende con più di 500 dipendenti.

Secondo il report dal titolo Global Planning Survey 2023, presentato nell’ambito dell’evento Board Beyond 2023 e che FORTUNE ITALIA è in grado di anticipare in esclusiva, siamo entrati nell’era delle perturbazioni continue e per le organizzazioni aziendali la pianificazione deve configurarsi come un imperativo costante. Da un lato, infatti, solo il 16% degli intervistati ha dichiarato di non aver risentito di eventi come la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina e la crisi dovuta all’aumento del costo della vita. Dall’altro, il 94% dei consigli di amministrazione e degli investitori chiedono un approccio più completo e strategico alla pianificazione.

Di conseguenza, l’87% degli intervistati afferma che la pianificazione viene ora affrontata più seriamente all’interno dell’azienda e il 71% ha visto aumentare i budget destinati alla trasformazione e ai team di pianificazione.

Oltre al gap in termini di competenze, i dati rivelano che l’ampio uso di pratiche di pianificazione inefficienti rappresenta un altro ostacolo verso il progresso. Alla domanda su quali strumenti utilizzino per i processi di planning, la quasi totalità dei decision-maker italiani (98%) ha dichiarato di effettuare parte della pianificazione su fogli di calcolo come Excel, uno strumento sviluppato nel 1985. 

La necessità di un nuovo approccio diventa evidente quando si chiede ai dirigenti d’azienda quanto si sentano pronti a gestire il prossimo evento “globalmente significativo” che si profila all’orizzonte. Alla domanda se si sentissero pronti a far fronte a continue perturbazioni della supply chain (27%), all’aumento dei tassi di interesse (24%), a un’altra pandemia (38%) o a una recessione (35%), circa un terzo degli intervistati ha dichiarato di non esserlo.

“È sempre più evidente che i dirigenti sono chiamati ad affrontare questa realtà con azioni coraggiose e decise. Una dimostrazione di questo cambio di mentalità è il fatto che i consigli di amministrazione e gli investitori hanno iniziato a pretendere un approccio più completo e strategico alla pianificazione, mentre un gran numero di aziende sta aumentando i budget destinati a trasformare l’approccio ai processi di planning. La trasformazione è necessaria, e il momento per realizzarla è adesso”, dichiara Marco Limena (nella foto in evidenza), CEO di Board.

 

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