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AI, Morgan Stanley: investire senza precipitarsi per evitare la ‘bolla’

Morgan Stanley NYSE

Sicuramente non manca entusiasmo attorno agli ultimi sviluppi dell’intelligenza artificiale. Da quando il chatbot ChatGPT di OpenAI è stato lanciato in pompa magna a novembre, le startup di intelligenza artificiale generativa hanno raccolto capitali di rischio come mai prima d’ora e le azioni legate alla nuova tecnologia hanno registrato un balzo. Edward Stanley, responsabile della ricerca tematica in Europa presso Morgan Stanley, ritiene però che gli investitori dovrebbero essere pazienti di fronte a questa “euforia simile ad una bolla”.

L’analista veterano e il suo collega Matias Ovrum hanno recentemente confrontato l’attuale ‘eccitazione’ intorno all’IA con 70 bolle di mercato avvenute nel corso del secolo scorso, per stabilire come gli investitori dovrebbero affrontare questo tema. I due credono nel potenziale a lungo termine di questo mercato e, infatti, in una ricerca hanno detto che la tecnologia sarà “trasformativa in diverse industrie” e rappresenterà “uno dei temi di investimento secolari più prominenti nei prossimi dieci anni”. Tuttavia, data la forte ascesa delle azioni legate all’IA quest’anno, in particolare Nvidia, produttore di chip, che ha visto il suo valore aumentare di quasi il 200% nell’anno in corso, Stanley e Ovrum non vogliono essere superficiali nei confronti dei diversi dibattiti sulle valutazioni elevate e sulla durata di questo clamore attuale.

Basandosi sulla sua ricerca sulle passate bolle di mercato, inclusa quella delle ‘dotcom’ (la bolla speculativa che si è sviluppata tra il 1997 e il 2000 quando l’indice NASDAQ, il 10 marzo 2000, raggiunse il suo punto massimo a 5132.52 punti, ndr) e la ‘bolla complessiva’ del post-Covid, Stanley ha affermato che gli investitori dovrebbero fare attenzione ad acquistare azioni legate all’IA, anche se quest’anno stanno volando alto. In una mail di commento inviata a Fortune, l’analista ha scritto che “la storia ha dimostrato che per temi pluriennali, come crediamo sia questo, gli investitori di solito non hanno bisogno di affrettarsi”.

Morgan Stanley

Per quanto riguarda le azioni legate all’IA, Stanley ha avvertito che le prospettive nel breve termine potrebbero non essere così brillanti sulla base delle prove storiche, anche se il potenziale a lungo termine della tecnologia sottostante è evidente. “L’entusiasmo intorno alla Rete nei tardi anni ’90, ad esempio, era giustificato – ha detto – Tuttavia, gli investitori avrebbero potuto aspettare fino al 2003 per avere una migliore comprensione dei probabili vincitori e catturare comunque oltre il 90% del rialzo azionario, con una maggiore protezione al ribasso”.

Nell’analisi delle bolle di mercato degli ultimi 100 anni, Stanley e Ovrum hanno scoperto che l’ascesa recente di Nvidia e delle azioni tecnologiche statunitensi di grande capitalizzazione legate all’IA è stata ancora più drammatica della media. “Se usiamo Nvidia o la tecnologia statunitense di grande capitalizzazione come proxy – hanno avvertito – tatticamente questa fase di rialzo si troverebbe nelle fasi finali”.

Nel descrivere l’attuale euforia di mercato per l’IA, gli analisti di Morgan Stanley hanno fatto riferimento all’analogia del concorso di bellezza di John Maynard Keynes, economista britannico. Introdotta nel capitolo 12 del suo libro del 1936, ‘Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta’, Keynes descrisse un concorso di bellezza organizzato da un giornale di Londra in cui ai partecipanti veniva chiesto di scegliere la donna più bella tra 100 fotografie. La particolarità del gioco era questa: chiunque scegliesse la scelta più popolare avrebbe ricevuto una ricompensa in contanti. Keynes sosteneva che nella maggior parte dei casi in questo tipo di concorso di bellezza, i votanti non avrebbero scelto la donna che personalmente consideravano la più bella. Sperando di vincere denaro, avrebbero scelto la donna che ritenevano che l’intero gruppo di votanti avrebbe scelto come la più bella. I votanti più sofisticati avrebbero potuto persino andare oltre e cercare di anticipare “quello che l’opinione media si aspetta che sia effettivamente l’opinione media”, ha spiegato. Keynes riteneva che questo tipo di comportamento di gregge fosse spesso visibile nei mercati e fosse una delle ragioni per cui si formavano le bolle. Gli investitori acquisteranno un’azione basandosi esclusivamente sulla percezione che anche altri investitori lo faranno, invece di effettuare un’analisi approfondita. Gli analisti di Morgan Stanley sostengono che questo ‘concorso di bellezza annuale’ stia alimentando l’attuale boom del mercato azionario legato all’IA.

La rapida crescita delle azioni legate all’IA, unita a una recente frenata delle “uscite di prodotti AI di grande impatto”, implica che “è necessaria una certa cautela tattica sul tema da parte degli investitori nella seconda metà dell’anno”, ha detto Stanley a Fortune. Gli investitori devono sicuramente essere prudenti nel breve termine quando si tratta di azioni legate all’IA, ma nel lungo termine la situazione è diversa perché l’intelligenza artificiale rimane comunque il tema di investimento principale del decennio.

Nella sua nota di ricerca del lunedì, Stanley ha spiegato che ci sono “segni di aderenza dei consumatori e delle imprese rispetto ai cicli di clamore precedenti” e che l’adozione da parte degli utenti dei modelli AI open-source è stata impressionante. Nel principale archivio di modelli di IA open-source, Hugging Face, i primi 100 modelli sono stati scaricati 3,5 miliardi di volte dal gennaio 2021. “L’ampiezza e la profondità delle prove e degli errori nel tentativo di costruire le ‘killer application’ sulla base di questi modelli è ancora in fase esponenziale”, ha detto Stanley a proposito dei dati. In un commento a Fortune ha poi spiegato che, nel lungo periodo, il fatto che la crescita degli indici azionari dell’AI sia più modesta rispetto alle bolle del passato, rende l’intelligenza artificiale “uno dei temi secolari più interessanti del mercato” e che gli investitori devono solo fare attenzione a quando e dove mettere i loro soldi.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com.

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