Il trasferimento tecnologico è un valore economico e sociale. Le innovazioni e le conoscenze sviluppate all’interno dei centri di ricerca, come università e istituti scientifici, vengono trasferite e applicate nell’industria e nel mercato, generando benefici concreti per la collettività.
L’Italia, nonostante gli scarsi investimenti pubblici in ricerca, è universalmente riconosciuta come un Paese di geni che hanno offerto un contributo determinante al progresso dell’umanità.
Alcune invenzioni come la macchina da caffè espresso, l’elettrocardiogramma (Ecg), il microscopio a due fotoni, il barometro a mercurio e tante altre scoperte sono esempi di genialità italica che hanno avuto un impatto significativo sulla società.
In questo numero ci occupiamo di Tech transfer perché crediamo che la collaborazione tra istituzioni accademiche e aziende sia cruciale per valorizzare le tecnologie e i brevetti sviluppati all’interno delle università e di altre istituzioni scientifiche.
Il trasferimento tecnologico, però, richiede un cambiamento culturale da parte dei ricercatori, che devono imparare a trasformarsi da studiosi in imprenditori. La cover di Fortune Italia l’abbiamo dedicata a Benedetto Vigna perché ha saputo coniugare genialità scientifica e visione imprenditoriale. Da fisico nucleare con decine di brevetti che portano la sua firma, è arrivato alla guida di un’azienda, la Ferrari, iconico marchio automobilistico sinonimo di prestigio, lusso e velocità.
Questo processo di transizione che accompagna il trasferimento tecnologico (ricerca/scoperta/brevetto/industria/mercato) è sostenuto attraverso l’offerta di strumenti e risorse specifiche.
In Italia abbiamo una legislazione importante sulla protezione brevettuale (e questo lo spieghiamo col contributo dell’avvocato Miriam Mangieri dello studio legale internazionale Jacobacci & Partners e del commercialista Giorgio Persi della PTS & Partners).
Emilia Garito, ingegnera informatica e fondatrice di Quantum Leap, su questa rivista propone un modello italiano per il trasferimento tecnologico. Ci sono quattro elementi chiave in questo modello: cultura dell’innovazione, collaborazione tra scienza e industria, sostegno dal Governo e capacità di comunicare i successi tecnologici.
Ecco, sarebbe forse opportuno porre al centro del dibattito pubblico italiano questi argomenti, silenziando polemiche politiche sterili che dividono un Paese che deve affrontare una sfida epocale: spendere risorse ingenti e importanti (quelle del Pnrr) per affrontare al meglio un futuro difficile.
Ogni mese su questa rivista proviamo a spiegare come questo Paese dimostri di avere una notevole resilienza. Nel numero di settembre leggerete delle 5 aziende italiane entrate nella Global 500, la lista annuale stilata da Fortune che elenca le 500 maggiori aziende al mondo in base al loro fatturato. Nella rivista ci occuperemo dei problemi causati dalla crisi in Ucraina, spiegando come l’Italia è stata in grado di gestire un’alta inflazione mantenendo stabili l’industria manifatturiera e la spesa delle famiglie.
In questo numero analizziamo anche l’importanza dell’organizzazione della Ryder Cup a Roma, sia dal punto di vista economico che mediatico. Anche a settembre vi mostriamo altre aziende, piccole e grandi, che producono ed esportano le merci in tutto il mondo, creando lavoro e valore.