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PMI manifatturiero al minimo in 3 mesi: il peso della domanda e le previsioni

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Domanda più debole: attorno a questo motivo principale ruotano tutti gli altri fattori che a ottobre hanno portato il Purchasing managers index di S&P Global sul settore manifatturiero italiano a registrare il valore più basso in tre mesi.

Il momento di depressione dell’indice, per l’Italia, dura da 7 mesi. Il valore dell’Hcob PMI è sceso a 44,9, rispetto al 46,8 di settembre.

La cifra è più alta di quella dell’Eurozona, che segna a sua volta il livello di fiducia più basso in tre mesi. Quello del motore economico d’Europa, la Germania, migliora, ma è ancora molto basso a 40,8 punti.

C’è un dato da sottolineare, e racconta molto del periodo europeo, segnato dalla lotta all’inflazione (che inizia a scendere) attraverso la politica di tassi elevati della Bce, con le sue naturali conseguenze sulla crescita economica.

La contrazione di ottobre dei nuovi ordini è infatti tra le maggiori mai registrate. E il mese precedente, a settembre, la domanda di beni e servizi dell’Eurozona (contenuta nell’indice Pmi composito) si era contratta al ritmo più elevato da novembre 2020.

Che cosa è il Pmi manifatturiero

Pmi, in questo caso, non significa piccole e medie imprese. L’Indice Hcob PMI è un indicatore della prestazione del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di conegna dei fornitori e scorte di acquisto.

Gli indici Pmi sono infatti utilizzati come indicatori dello stato di salute dell’economia, a partire dai dati forniti dalle imprese sul periodo economico.

Un indice sotto i 50 punti segnala una fase di contrazione dell’attività, e per l’Europa questo succede da 16 mesi consecutivi. L’indicatore di S&P Global viene realizzato con un questionario (basato su dati reali) tra i responsabili acquisti delle aziende. Nel caso italiano, ne vengono prese in considerazione 400.

Il calo del manifatturiero italiano: i motivi

I dati del Pmi sono una conferma: anche i dati della Banca d’Italia, indicano “una diffusa debolezza dell’attività manifatturiera”, ha detto il Governatore Ignazio Visco recentemente.

Secondo S&P Global, il manifatturiero italiano sconta l’ennesimo mese difficile, con la produzione e i nuovi ordini in contrazione, ancora più velocemente di quanto fosse successo a settembre.

La domanda debole, che caratterizza il momento di contrazione economica attuale in Italia come in Europa, ha portato a un eccesso di capacità produttiva, a un calo dell’attività di acquisto delle aziende e dei prezzi di acquisto e di vendita.

Intanto scendono anche il lavoro inevaso ma soprattutto il livello dell’occupazione: entrambi sono calati ai tassi maggiori in tre mesi.

Le previsioni sull’Italia

Secondo l’analisi le aziende manifatturiere italiane sentono le conseguenze dell’incertezza del clima economico e geopolitico, che pesa sul volume dei nuovi ordini (soprattutto quelli legati all’estero), ridottosi per il settimo mese consecutivo come la produzione.

Tra gli indicatori del Pmi c’è anche quello relativo all’ottimismo per l’attività dell’anno prossimo: a ottobre rimane al di sotto della media storica e il più basso in 11 mesi, per quanto S&P Global definiza le imprese italiane ‘mediamente ottimiste’ in una ripresa del mercato.

Per Norman Liebke Economist, economista dell’Hamburg Commercial Bank, “non si mette bene per il settore manifatturiero italiano. La produzione è diminuita per il settimo mese consecutivo, con i nuovi ordini generali e quelli esteri in calo ad uno dei tassi più veloci degli ultimi 12 mesi. Analizzando i dati ufficiali ISTAT, il manifatturiero sta indicando valori in continua contrazione dal terzo trimestre del 2022. Con questi nuovi dati è quasi certo che il declino del manifatturiero proseguirà e probabilmente sarà più veloce. Si intensifica la recessione del settore manifatturiero, e secondo le nostre previsioni a brevissimo tempo, il PMI del manifatturiero è destinato a diminuire dello 0,5% nel quarto trimestre del 2023”.

Il calo europeo e tedesco

Anche l’indice Pmi dell’eurozona per il settore manifatturiero, a ottobre, ha toccato i minimi da tre mesi: arriva a 43,1 punti dai 43,4 del mese precedente, secondo S&P Global. Come detto siamo al sedicesimo mese consecutivo in fase di contrazione (cioè sotto i 50 punti).

La debolezza della domanda si è manifestata inoltre nell’attività di acquisto delle aziende che è diminuita notevolmente, mentre i prezzi di acquisto e quelli di vendita continuano a calare.

Anche l’indice tedesco è stabilmente sotto soglia contrazione, per quanto in recupero per il terzo mese consecutivo. L’indicatore Pmi segna 40,8 punti dai 39,6 punti di settembre. I livelli produttivi del settore sono rimasti sotto pressione, si legge nella nota, a causa del calo sostenuto dei nuovi ordini e la produzione e’ stata spesso supportata dallo smaltimento dell’arretrato.

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