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Clima, l’anno più caldo di sempre e i rischi per la salute

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Mentre il freddo arriva sull’Italia, a far notizia in realtà è il caldo. Un caldo mai registrato prima, come quello che ci ha tenuto compagnia nel 2023 e che ha fatto dell’anno appena passato il più torrido a partire dal 1850, e questo non solo nel nostro Paese. Persino più del pur bollente 2016.

Un fenomeno che si è prolungato in inverno anche a dicembre, come segnala il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S). E che ha avuto impatto sulle colture, sugli animali e sulla salute umana.

Incrementando il rischio di malattie trasmesse attraverso acqua, cibo, insetti e parassiti, come hanno affermato gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). Il surriscaldamento globale, infatti, altera l’equilibrio degli ecosistemi e modifica la frequenza e la distribuzione di molte malattie infettive. Dunque il suo impatto va esaminato in un’ottica One Health.

Un’estate bollente (e non solo)

Altro che piumini, sciarpe e cappelli: quello appena concluso è stato il dicembre più caldo mai registrato a livello globale, con una media di 13.51°C, 0.85°C al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e ben 1.78°C più del livello compreso tra il 1850 e il 1900 per lo stesso mese. Nel complesso nel corso dell’anno la temperatura media globale è stata di 14.98°C, 0.17°C in più rispetto al record del 2016.

Come avevamo anticipato in estate, i medi di luglio e agosto 2023 sono stati i più caldi mai registrati. Risultato? I ghiacci marini si sono ristretti e in tutto il mondo si sono stati registrati numerosi eventi estremi.

Zecche e zanzare si moltiplicano

Ormai lo sappiamo: la salute dell’ambiente e degli animali è legata a doppio filo a quella umana. Così se i virus dell’influenza hanno bisogno del freddo, l’aumento delle temperature medie è ideale invece per la diffusione di altri microrganismi: la maggiore umidità favorisce la proliferazione di zecche, zanzare e parassiti, che diffondono – solo per dirne alcuni – virus Zika, febbre dengue e malaria.

Periodi siccitosi si alternano a piogge intense e alluvioni, che incontrano terreni aridi e causano straripamenti e problemi alle reti fognarie, diffondendo virus delle epatiti A ed E, Enterovirus, Adenovirus, Norovirus, Rotavirus e contaminando anche la catena alimentare, come sottolineano gli esperti Sima.

La solastalgia

Anche la sicurezza degli alimenti ne risente, mentre malattie un tempo tropicali si manifestano anche ad altre latitudini. L’innalzamento delle temperature medie favorisce infatti la sopravvivenza delle cisti di protozoi patogeni e i batteri responsabili di alcune sindromi gastroenteriche.

C’è poi l’aspetto psicologico di cui tener conto. Come segnala il presidente Sima, Alessandro Miani, è stato coniato il termine “solastalgia (sulla Treccani uno “stato di angoscia che affligge chi ha subito una tragedia ambientale provocata dall’intervento maldestro dell’uomo sulla natura”, ndr), per indicare proprio l’angoscia provocata dal drastico cambiamento del clima”. Il grande caldo, come pure il grande freddo, causano stress e ansia tra i cittadini più vulnerabili “che – avverte Miani – può sfociare in disturbi post-traumatici e addirittura in suicidi”.

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