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Tensioni economiche per l’Italia nel 2024, i rischi della guerra nel mar Rosso secondo Confindustria

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Velasco25 Articolo

Il nuovo anno si apre con nuove tensioni e rischi economici per l’Italia, dopo un 2023 che, secondo il centro studi di Confindustria, ha visto una performance del Pil potenzialmente migliore delle aspettative. L’analisi mensile sulla congiuntura economica evidenzia però le sfide attuali, principalmente legate alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez a causa degli attacchi del gruppo yemenita degli Houti.

Nonostante i servizi e le costruzioni siano in ripresa, l’industria resta debole, subendo un brusco calo. La situazione è ulteriormente complicata dalla situazione nel canale di Suez, che, se prolungata, potrebbe peggiorare ulteriormente lo scenario economico italiano. La riduzione dei transiti ha implicazioni sui prezzi di gas e petrolio, che, sebbene non abbiano ancora risentito, restano elevati.

L’inflazione in Italia è ai minimi, ma la situazione non è la stessa in Europa, e i tassi potrebbero rimanere alti per alcuni mesi. Le imprese sono influenzate anche da un credito più caro e da consumi incerti.

L’attenzione si concentra sul blocco nel canale di Suez, il cui prolungamento potrebbe avere effetti negativi significativi sul commercio estero italiano. L’analisi sottolinea che, a metà gennaio, il traffico di navi nel Mar Rosso si è dimezzato, e il costo di trasporto dei container dall’Asia all’Europa è aumentato del 92%.

Le connessioni commerciali con gli Stati Uniti sono aumentate, mentre la quota cinese in Italia è fortemente diminuita, specialmente nei settori elettronici e ICT. Tuttavia, le vendite di autoveicoli cinesi sono in forte crescita, mentre le vendite italiane in Cina si sono dimezzate. Le forniture dalla Russia sono diminuite drasticamente, con un blocco sostanziale delle forniture di petrolio e gas.

La preoccupazione principale riguarda il prolungamento del blocco nel canale di Suez, con impatti negativi potenzialmente significativi sul commercio estero italiano e globale. Le rotte marine sono vitali per l’Italia, con il 54% degli scambi via nave, di cui il 40% passa attraverso il canale di Suez. Settori potenzialmente esposti includono gli scambi di petrolio e gas, beni elettronici, apparecchi elettrici, prodotti in pelle e macchinari.

In questo contesto, l’economia italiana si trova di fronte a sfide complesse, e la durata del blocco nel canale di Suez rimane un fattore cruciale nel determinare gli sviluppi futuri.

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