“Preparatevi a una serie di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve che inizierà tra qualche mese e si estenderà fino alla prossima estate”, avvertono gli analisti di Citi Research. In una nota, la banca ha citato i nuovi segnali di rallentamento dell’economia per giustificare la previsione secondo cui la Fed taglierà i tassi di 25 punti base per otto volte, a partire da settembre e fino a luglio 2025.
Ciò ridurrebbe il tasso di riferimento di ben 200 punti base, ovvero dal 5,25%-5,5% attuale al 3,25%-3,5%, su cui si attesterà per il resto del 2025, si legge nella nota. Secondo gli analisti di Citi, guidati dal capo economista statunitense Andrew Hollenhorst, l’economia si è raffreddata rispetto al ritmo “esaltante” del 2023, con l’inflazione che ha ripreso a rallentare dopo una certa inaspettata rigidità.
I dati e i commenti accomodanti del presidente della Fed Jerome Powell di martedì suggeriscono che il primo taglio dei tassi avverrà molto probabilmente a settembre. La nota ha inoltre evidenziato dei segnali di debolezza nel rapporto sull’occupazione. A giugno si è registrato un calo di 49.000 posti di lavoro nel settore dei servizi temporanei, definito da Citi “il tipo di calo che si registra tipicamente in periodo di recessione, quando i datori di lavoro iniziano a ridurre la manodopera con i lavoratori meno saldi”.
Quest’anno Hollenhorst ha mantenuto una visione più negativa dell’economia, anche quando il consenso di Wall Street si è spostato verso un soft landing. A maggio ha ribadito che gli Stati Uniti sono destinati a un hard landing e che i tagli dei tassi della Fed non sarebbero stati sufficienti a evitarlo.
In un’intervista rilasciata mercoledì a Bloomberg TV, Hollenhorst ha osservato che una forte recessione produrrebbe probabilmente un consenso politico sufficiente per aumentare la spesa pubblica e stimolare l’economia, superando le preoccupazioni per l’enorme deficit. Ma una recessione più lieve potrebbe non produrre tale consenso, ha aggiunto.
L’articolo originale è disponibile su Fortune.com