I campioni olimpionici potrebbero essere al top del loro gioco, ma restano semplici mortali. E se non pianificano bene, rischiano di cadere (e farsi male). È il monito che arriva da Earvin “Magic” Johnson Jr., in vista delle Olimpiadi di Parigi.
L’ex stella dei Los Angeles Lakers ha al suo attivo cinque campionati e un periodo leggendario come co-capitano del “Dream Team” (la squadra di basket olimpica maschile degli Stati Uniti del 1992). Parlando con Katty Kay della BBC, il campione di basket ormai in pensione dà ai giovani atleti alcuni consigli su come prepararsi per un futuro fatto di successo finanziario e stabilità.
“Se stai guadagnando, per favore procurati un business manager”, ha detto Johnson. Molti giovani atleti dimenticano scadenze come quelle delle tasse, ma il momento di pagare arriverà. Rivolgendosi a sportivi che iniziano a inanellare medaglie ad appena 16 anni, Johnson raccomanda loro di divertirsi e vivere il momento. Ma anche a pianificare il futuro, o almeno a cercare altri che possano aiutarli a farlo. “Farai molti soldi, quindi assicurati che ci sia qualcuno che abbia le conoscenze per aiutarti a capire” come investirli e gestirli, ha aggiunto.
Johnson ha fatto così quando ha iniziato la sua carriera nel basket. “Non conoscevo il denaro da ragazzo, i miei genitori non conoscevano i soldi. Quindi, quando sono arrivato in NBA, ho dovuto trovare persone che sapessero come muoversi. Ecco perché oggi sono seduto qui”, ha detto, spiegando che la sua scelta di assumere un manager era diversa da quella della maggior parte degli altri atleti dell’epoca.
Non si tratta nemmeno di assumere le persone che ti piacciono di più. “Scelgono queste persone non per competenza, ma perché sono amici. Beh, falliranno”, aveva sostenuto lo stesso Johnson in un’intervista del 2009 a ‘Sports Illustrated’ a proposito dei giocatori che si affidano ad amici o familiari per una consulenza finanziaria invece che a un manager ad hoc.
Praticare uno sport può comportare un eccessivo costo fisico e mentale e gli atleti professionisti, che spesso hanno un breve lasso di tempo per farsi un nome e generare entrate sufficienti con cui vivere negli anni a venire. Le finanze possono essere ingannevoli, poiché alcuni atleti entrano in possesso di grosse somme di denaro in giovane età. Storicamente, gli atleti professionisti faticano a gestire il budget fino alla pensione. Un documento pubblicato nel 2015 dal National Bureau of Economic Research, ha rilevato che il 15,7% dei giocatori della NFL ha dichiarato fallimento entro 12 anni dalla pensione. E secondo un risultato preliminare del Global Financial Literacy Excellence Center, circa il 6% di tutti i giocatori NBA andrà in bancarotta 15 anni dopo il ritiro.
Anche Kareem Abdul-Jabbar è intervenuto sull’argomento nel 2012, parlando di un agente che aveva gestito male i suoi soldi negli anni ’80. Il campione ha osservato che gli atleti possono trovarsi in difficoltà finanziarie, nonostante stipendi molto più corpiscui. “Troppe di queste storie riguardano atleti che hanno guadagnato centinaia di migliaia, se non milioni di dollari sul campo da gioco, ma sono finiti in povertà entro pochi anni dal loro ritiro”, ha detto. Gli ex atleti spesso combattono lo stress causato dalla cattiva gestione finanziaria o le lesioni cerebrali causate dagli scontri.
Sottolineando proprio il successo di Magic Johnson, Abdul-Jabbar ha parlato di un nuovo modello di finanziario per gli atleti che si basa su investimenti intelligenti e su una maggiore proprietà del proprio nome (e dunque del marchio). Insomma, Johnson ha costruito il suo impero investendo in proprietà e franchising. “Magic è riuscito a raggiungere questo livello di potere finanziario perché ha sempre tenuto gli occhi puntati su quell’obiettivo specifico. Mentre giocava ancora per i Lakers, fece un accordo che fissava una percentuale della proprietà del club”, ha osservato Abdul-Jabbar, spiegando che questo accordo è cresciuto nel tempo.
In effetti, Johnson è diventato un imprenditore di successo dopo essersi ritirato: alla BBC ha spiegato di aver sempre voluto “diventare un uomo d’affari”, dopo aver finito di giocare. Ha consigliato alla nuova generazione di atleti di “divertirsi, incontrare persone provenienti da tutto il mondo e non esagerare”. Il campione ha parlato anche di burnout, incoraggiando gli atleti ad ascoltare un’altra voce oltre a quella del manager: i loro genitori. “I tuoi genitori sono lì per un motivo; sanno tutto quello che stai cercando di ottenere”, ha detto.
L’articolo orginale è su Fortune.com.