L’Italia avanza nel Women’s Empowerment Progress Index (WEPI) 2024, ma solo grazie al declino di altre nazioni. La situazione lavorativa nel nostro Paese resta infatti critica: il tasso di occupazione femminile è il più basso d’Europa, con un gap di 50 anni rispetto a Svezia e Finlandia.
A renderlo noto è l’Osservatorio sull’Empowerment Femminile di The European House – Ambrosetti (TEHA), lanciato nel 2022 con l’obiettivo di tracciare e monitorare i progressi in questo campo nei Paesi del G20 e in Europa. L’iniziativa nasce appunto come eredità del contributo alla Presidenza italiana del G20, nel 2021, e alla prima Conferenza G20 sull’Empowerment Femminile.
Dall’edizione 2024 del rapporto pubblicato dall’Osservatorio emergono una serie di dati che puntano tutti in un’unica direzione: le donne dovrebbero avere più potere e non solo perché così il mondo sarebbe più giusto, ma anche perché questo genererebbe una serie di vantaggi economici non indifferenti.
Ignorare il potenziale femminile significa rinunciare al 50% dei talenti in un mercato del lavoro in evoluzione, eppure più di una donna su due nel mondo è preoccupata per i propri diritti, per la propria sicurezza e per la propria salute fisica e mentale. Invece, sottolinea l’Osservatorio, quando le donne vivono in sicurezza e salute, sono più produttive e apportano competenze vitali all’economia. Colmare il gender gap salariale e aumentare l’occupazione nel G20 potrebbe generare 11,1 trilioni di Dollari, pari al 12,3% del PIL del G20. L’imprenditoria femminile può dunque essere un motore di empowerment economico, se non replica le dinamiche del lavoro dipendente o si limita a settori tradizionali. In Germania, mette il luce il rapporto, il salario minimo introdotto nel 2015 ha ridotto il gender pay gap, specialmente nelle fasce di reddito più basse.
Nonostante l’emancipazione economica sia fondamentale, la disparità finanziaria in Italia persiste: solo il 58% delle donne italiane possiede un conto corrente personale. C’è ancora tanto da fare. E il cambiamento non potrà che passare anche dall’aumento dell’occupazione femminile e dal miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne già attive.
Le attività dell’Osservatorio sono realizzate con il supporto di un gruppo di aziende leader, impegnate attivamente su questo tema. Si tratta di ABB, BGY International Services – Gruppo SACBO, Edison, Generali Italia, Molitoria Umbra, Philip Morris Italia.