Gli analisti elettorali sono ancora perplessi sui sorprendenti risultati ottenuti dal neopresidente Donald Trump alle elezioni per il suo secondo mandato, soprattutto perché gruppi tradizionalmente democratici si sono spostati dalla parte dei repubblicani.
In particolare, Trump ha visto aumentare il sostegno degli elettori ispanici, neri e delle donne rispetto al 2020. Questo nonostante abbia corso contro Kamala Harris e sia stato costretto a fare i conti con il contraccolpo dei latinos dopo il suo Madison Square Rally, dove un comico aveva definito Porto Rico “un’isola galleggiante di spazzatura”. A loro volta, i democratici sono stati accusati di aver abbandonato gli elettori della classe operaia, mentre il forte sostegno di Trump tra gli uomini della generazione Z è stato notevole.
Prima dell’Election Day, l’esperto di sondaggi Frank Luntz ha identificato in un gruppo variegato in quanto a razza, genere e classe, un pezzo di elettorato fondamentale. Si tratta dei cosiddetti ‘paycheck-to-paycheck’ (cioè quelli che vivono ‘di stipendio in stipendio’) che – stando a quanto dichiarato in un’intervista rilasciata dal sondaggista a News Nation – avrebbero consegnare la vittoria a Trump. “È esattamente quello che è successo, e questo è un gruppo che vota democratico da quando è in vita”, ha detto. “ Trump è il primo repubblicano in grado di riunirli”. Secondo Luntz infatti, quando si tratta di elettori che pagano, le categorie tradizionali come l’etnia e il genere non contano.
Secondo News Nation, infatti, la contea di Starr, in Texas, che è composta per il 97% da latinoamericani, è diventata repubblicana per la prima volta in 128 anni, interrompendo la più lunga scia di vittorie democratiche del Paese. La contea di Anson, N.C., con il 40% di afroamericani, ha votato per il GOP solo per la seconda volta dalla Ricostruzione. E la contea di Bucks, Pa, un sobborgo ad alto reddito alle porte di Filadelfia, è diventata repubblicana per la prima volta in più di 35 anni.
“Se sei un elettore che vive di stenti ogni settimana o ogni mese, è più probabile che tu prenda in considerazione e voti per Donald Trump di quanto non sia mai accaduto dai tempi di Ronald Reagan nel 1984”, ha detto Luntz. Gli elettori della classe operaia non sono gli unici a vivere di stipendio in stipendio. Secondo una nota della Bank of America del mese scorso, una famiglia su cinque che guadagna almeno 150.000 dollari all’anno vive in questo modo a causa delle spese più elevate. In generale, dal 2019 è aumentata la quota di famiglie di lavoratori poveri, secondo BofA. Una famiglia su quattro rientra in questa categoria.
L’economia e l’inflazione sono stati i temi più sentiti dagli elettori, che hanno dato la colpa al Presidente Joe Biden e ad Harris, sua vicepresidente. Questo nonostante il tasso annuale di inflazione al consumo sia sceso bruscamente dal picco del 9% raggiunto nel 2022. Ma il rallentamento dell’aumento dei prezzi è una magra consolazione per i consumatori che continuano a pagare complessivamente molto di più rispetto a prima della pandemia.
Tutto ciò ha spinto gli elettori a cercare qualcuno che rovesciasse lo status quo: la scelta è ricaduta su Trump per il suo discorso duro e il suo atteggiamento intransigente, indipendentemente da ciò che pensavano di lui personalmente, ha spiegato Luntz.“Gli elettori che hanno votato per lui si fidano del fatto che porterà il cambiamento che ha promesso”, ha aggiunto. “Si fidano di lui perché faccia una differenza fondamentale, significativa e misurabile nel modo in cui Washington funziona”.
Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com
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