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Le ragioni dietro la crescita economica della Spagna

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Velasco25 Articolo

Nell’ultimo decennio la Spagna ha fatto passi da gigante in quanto a crescita economica. Quest’anno, quella spagnola, è destinata a diventare l’economia avanzata in più rapido sviluppo al mondo, con un ritmo d’espansione tre volte superiore a quello dell’intera area dell’euro, ritmo che eclissa persino i tassi di crescita degli Stati Uniti. Il turismo, l’immigrazione, gli investimenti stranieri e la spesa pubblica sono i fattori che hanno contribuito a questa impennata economica. Ma in qualità di co-fondatore di una scale-up di successo, ho le mie teorie non solo sul come e sul perché la nostra economia abbia raggiunto il suo apice negli ultimi anni ma anche, cosa più importante, su dove dovremmo andare a partire da qui.

Il boom delle startup tech

L’accesso ai talenti in Spagna, rispetto al resto d’Europa, sta diventando impareggiabile. Nonostante il Paese investa meno della media europea in ricerca e sviluppo (1,44% del Pil contro una media europea del 2,27%), le nostre università stanno diventando sempre di più centri di ricerca avanzata in campi come l’intelligenza artificiale, la robotica, la sicurezza informatica e le energie rinnovabili. Ad esempio, il Barcelona Supercomputing Centre dell’Università politecnica della Catalogna è leader mondiale nel calcolo ad alte prestazioni. Molti atenei partecipano attivamente alle iniziative di ricerca finanziate dall’Ue (come Horizon Europe) e ospitano incubatori e acceleratori che sostengono le iniziative imprenditoriali.

Oltre ai laureati, la Spagna attira un numero crescente di dirigenti da tutta Europa e da altri Paesi verso la il settore tecnologico. Secondo il rapporto Startup Heatmap 2023, Barcellona ha consolidato la sua posizione di secondo polo europeo preferito dai fondatori di startup per il sesto anno consecutivo. Anche gli incentivi fiscali per gli stranieri e i dirigenti provenienti dall’estero si stanno accumulando. La legge sulle startup del 2022 ha fornito un quadro giuridico e finanziario più favorevole per la creazione e la scalata di aziende emergenti in Spagna. La sua attuazione non solo ha creato un ambiente più accessibile per gli imprenditori locali, ma ha anche attirato più investimenti stranieri. La capacità della Spagna di attrarre investitori internazionali cresce di giorno in giorno. Ci si rende sempre più conto che in Spagna è possibile costruire aziende con un forte potenziale crescita, in grado di competere a livello globale e di raccogliere capitali da fondi internazionali. Oggi, oltre ad Abacum, aziende come Cabify, Glovo, Job&Talent, Idealista e TravelPerk raccontano il successo del settore tecnologico spagnolo.

Secondo un recente rapporto di Dealroom, il valore complessivo delle startup spagnole supera i 100 miliardi di euro nel 2023, con un aumento del 14% rispetto al 2022. Inoltre, l’anno scorso sono stati raccolti 2,2 miliardi di euro in oltre 850 round di finanziamento a vari livelli, da quelli inferiori a 15 milioni a quelli superiori a 100 milioni di euro. La Spagna è ora al quarto posto in Europa per gli investimenti nelle fasi iniziali e questa crescita sottolinea il suo potenziale come centro emergente per l’innovazione tecnologica europea.

Infine, la Spagna è un Paese con più poli commerciali, il che significa che non è fortemente centralizzata come altre nazioni europee. Anche se Barcellona domina i titoli dei giornali, non è l’unica città che sta crescendo come hub tecnologico. Madrid, Valencia, Malaga, Bilbao e Siviglia contribuiscono capacità attrattiva spagnola. In confronto, Regno Unito e Francia hanno una concentrazione di talenti molto elevata in una sola città.

Sfide persistenti

Sarebbe ingenuo parlare solo delle prodezze economiche della Spagna senza affrontare alcune verità. Sì, la crescita del Pil può essere da leader a livello mondiale, ma il nostro potere economico collettivo probabilmente non ne è all’altezza. Per esempio, l’attuale prodotto interno lordo pro capite della Spagna è un problema importante. In questo momento, in modo preoccupante, non solo è al di sotto della media dell’Ue, ma è anche al di sotto dei livelli della Spagna pre-Covid e pre-Grande Crisi Finanziaria. Il reddito disponibile pro capite è cioè ancora in ritardo rispetto al Pil complessivo. Ciò significa che a livello individuale gli spagnoli stanno diventando più poveri. Le recenti alluvioni a Valencia e nel sud del Paese, vista la portata del disastro, hanno solo aggravato la situazione. Anche i livelli di produttività sono stati costantemente al di sotto della media per anni e attualmente abbiamo il tasso di disoccupazione giovanile più alto d’Europa. Sebbene il turismo sia stato una manna economica per la Spagna, alcuni sostengono che oggi stia creando più problemi di quanti ne risolva. Il mercato immobiliare è condizionato dal fatto che gli espatriati e gli acquirenti stranieri comprino immobili nelle aree metropolitane, rendendo molto più difficile per gli abitanti del luogo accedervi.

Raddoppiare il potenziale di crescita delle startup tecnologiche spagnole potrebbe contribuire a migliorare molti degli squilibri economici della Spagna. La legge sulle startup è stata un passo nella giusta direzione, ma dobbiamo andare oltre. A livello nazionale, saremmo in una posizione di gran lunga migliore se incentivassimo di più startup e aziende internazionali a stabilirsi qui con una regolamentazione più coerente in materia di stock option, maggiori incentivi per la fondazione di un’azienda e tasse più basse per gli imprenditori. La Spagna deve anche aumentare gli investimenti in R&S in percentuale del PIL. Queste sono solo alcune delle leve che il governo potrebbe azionare per rendere l’imprenditorialità una proposta più attraente. Se la Spagna vuole davvero essere il fiore all’occhiello dell’economia europea, deve essere più audace e incoraggiare attivamente le iniziative imprenditoriali per favorire una maggiore innovazione, un’offerta di lavoro più sana e una crescita più sostenuta.

Le opinioni espresse nei commenti di Fortune.com sono esclusivamente quelle degli autori e non riflettono necessariamente le opinioni e le convinzioni di Fortune.

L’autore dell’articolo, pubblicato originariamente su Fortune.com, è co-founder e Coo di Abacum.

 

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