Gli analisti di Wall Street sono divisi sulle prossime mosse della Federal Reserve in materia di tassi d’interesse. Jerome Powell e i suoi colleghi stanno concludendo un periodo che si è contraddistinto per i primi tagli dei tassi dell’attuale ciclo. Gli ottimisti sperano in un ulteriore taglio dei tassi a fine anno, a dicembre, mentre altri invitano alla cautela.
Gli analisti di società come Deutsche Bank avvertono che le politiche di Trump in arrivo, come i dazi, potrebbero bloccare ulteriori riduzioni dei tassi. Altri esperti di Wall Street, invece, non si sbilanciano sulla necessità di proseguire i tagli per tutto il prossimo anno.
È la posizione di Brian Rose, economista senior di Ubs: “Ci aspettiamo che la Fed tagli i tassi per un totale di 125 punti base entro la fine del 2025, portando la sua fascia obiettivo al 3,25-3,5%. Ma se l’inflazione si dimostrasse più rigida, la Fed finirebbe probabilmente per lasciare i tassi più vicini al 4%”, ha scritto Rose in una nota visionata da Fortune.
Cosa dicono i membri votanti
Sebbene tutti i membri del Federal Open Market Committee siano invitati a condividere i loro pensieri con il comitato, solo 12 hanno diritto di voto. Questo ruolo si alterna di anno in anno e nel 2025 il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee avrà diritto di voto.
Con le tensioni geopolitiche ancora elevate in vista del nuovo anno – che mettono in discussione la stabilità dell’offerta – Goolsbee ha dichiarato di essere pronto ad affrontare gli effetti a catena di tali eventi. Parlando con Matthew Klein di The Overshoot, Goolsbee ha affermato che: “Bisogna capire se si tratta di shock temporanei o permanenti dell’offerta. E bisogna capire se si tratta di un aumento dei costi una tantum, di uno shock inflazionistico temporaneo, o di qualcosa che continuerà a crescere a spirale”.
L’articolo originale è disponibile su Fortune.com