L’imprenditore torinese Federico Grom racconta progetti e passioni, dal gelato (di nuovo) al vino, alla formazione.
Ho un difetto, mi annoio e ho sempre bisogno di stimoli nuovi”. Quella noia che tanto muove i processi creativi è evidentemente pure il motore del prodigioso percorso di Federico Grom, poco più che cinquantenne imprenditore torinese il cui nome evoca all’istante – croce e delizia – ‘il gelato come una volta’. Il celebre brand, fondato nel 2003 insieme all’amico di sempre Guido Martinetti ed esportato in 15 Paesi (e poi venduto a Unilever nel 2015), è stato il lungo pròdromo di molti altri progetti di successo: nel mondo del vino e dell’ospitalità con l’azienda Mura Mura e Le Marne Relais a Montegrosso d’Asti, dove si trova pure il ristorante in vigna Radici; nuovamente in quello del gelato con Lec, la linea per sportivi a basso contenuto calorico creata insieme al pilota di Formula 1 Charles Leclerc e al manager Nicolas Todt. E poi ci sono le attività per il ‘secondo tempo’ della sua vita: è socio e senior advisor di Corsi.it, una delle realtà leader dell’edutech, e presiede il Centro Servizi di Courmayeur.
Lei viene da una formazione economica, dunque razionale, ma la sua carriera è costellata di scelte dettate da una buona quota di incoscienza. È così?
Mi piace chiamarla ‘incoscienza misurata’, il mio è un approccio esagerato al rischio ma senza picchi emozionali. Nel momento in cui ho iniziato a fare l’imprenditore, con l’idea di fare gelato in Italia, ho rilasciato fideiussioni da milioni di euro, col senno del poi so quanto sia difficile farlo. La mia generazione è più acculturata economicamente della precedente ma ha meno propensione a rischiare. Con Grom, invece, io e Guido facemmo all in perché non avevamo niente da perdere.
Quanto è importante per lei il cambiamento?
Sono più bravo a creare che a gestire, quindi mi piacciono di più i progetti nuovi. Con la maturità dei 50 anni ho imparato a non farmi prendere dall’entusiasmo per le cose sempre e comunque, perché voglio farle tutte bene. Una buona parte del segreto del mio successo è mia moglie Chiara (Grom Negro, imprenditrice, collezionista e guidatrice di moto d’epoca, ndr), ogni volta che rientro a casa mi aiuta a ritrovare la serenità.
Nel 2015 avete ceduto Grom a Unilever ma oggi si occupa di nuovo di gelato con il progetto Lec.
Non avevo intenzione di rientrare in questo mondo. Poi il mio amico Charles Leclerc mi ha chiesto di aiutarlo ad aprire una gelateria a Monaco e io ho reso l’idea più attraente: fare gelati confezionati per sportivi, buoni e con precise caratteristiche nutrizionali. Ne ho parlato con Guido e abbiamo deciso di far parte del progetto, insieme anche a Nicolas Todt. Ognuno mette il proprio know-how. È un gioco che si sta trasformando in una cosa seria.
A parte il gelato, qual è la sua più grande passione?
Dedico molto tempo ai motori. Dopo cinque anni di preparazione ho partecipato alla Peking to Paris Motor Challenge, celebre gara con macchine d’epoca, a bordo di una Fiat 124 Sport Coupé del 1973, il mio anno di nascita. È una competizione che dura quasi due mesi, senza assistenza, complicatissima dal punto di vista psicologico, ma io amo tutte le cose che richiedono fatica.
Immagino si riferisca anche al progetto Mura Mura e Le Marne Relais, con cui lei e Guido oggi vi occupate di vino e ospitalità.
Abbiamo sviluppato l’idea con l’inconsapevolezza di quanto sarebbe stato complesso ma con la consapevolezza di poter fare vino meglio di come facciamo il gelato. Mura Mura è il sogno da bambino di Guido. Lui dice sempre che fa il gelato con il cervello e il vino con il cuore. Per me Mura Mura e Le Marne Relais rappresentano la bellezza della lentezza rispetto alla velocità della finanza (Mura Mura vuol dire “piano piano” in malgascio e “matura” in piemontese, ndr), mi costringono a un approccio più giusto alla realtà, a prendermi il mio tempo. Sono la parte agricola di cui ho bisogno, il luogo del bello e del sano.
Avete fatto entrare Shintaro Akatsu come socio di minoranza, come mai?
Shintaro (imprenditore giapponese nell’ambito delle risorse naturali, il più grande distributore di gas in Giappone, ndr) è prima di tutto un amico da tanti anni, una persona per bene che mescola le sue radici giapponesi con una cultura americana e un amore profondissimo per l’Italia. È un ragazzo di 60 anni con grandi passioni, tra cui quella dei motori, che condividiamo. Era già con noi in Grom con una quota del 5% dal 2008 e ora anche con Mura Mura ci aiuterà ad aprire e sviluppare il mercato giapponese e a espanderci poi sul restante mercato asiatico.
Su cosa si basa la relazione imprenditoriale e di amicizia così duratura con Guido Martinetti?
In ognuno di noi c’è un mezzo tedesco e un mezzo brasiliano, è un equilibrio divertente. Abbiamo un’educazione simile, ma passioni completamente diverse. Non ci pestiamo i piedi l’un l’altro, c’è rispetto reciproco, quando ci sono degli errori li accettiamo. Viviamo così da 22 anni (e si conoscono da 35, dai tempi del liceo, ndr), e mi sembra un miracolo: poche volte ci siamo urlati dietro, una volta sola ho minacciato di menarlo. Guido è più di un amico, anzi è più di un fratello. Ha deciso di chiamare il primo vino con il nome di mio figlio, Romeo.
Lei ha da poco compiuto cinquant’anni, quali sono gli altri progetti in cui è coinvolto?
Sono azionista di Corsi.it, una società nata pochi anni fa con 4 persone e oggi diventata una delle realtà più grandi dell’edutech con una squadra di 70. Sono orgoglioso dei contenuti e di poter arrivare a così tante persone. È lo scopo per il mio secondo tempo della vita. Sono anche presidente del Centro Servizi Courmayeur, a cui mi dedico pro bono per impattare positivamente sulla comunità. Ho letto questo libro di Bob Buford, Halftime, in cui l’autore ripete un concetto interessante: se hai avuto un primo tempo della vita fortunato, non fare semplice beneficenza ma restituiscilo facendo quello che sai fare meglio.
Federico Grom
Classe 1973, laurea in Economia, da sempre si interessa di analisi finanziarie e gestione d’impresa. Nel 2003 ha fondato, con il compagno di liceo Guido Martinetti, l’azienda Grom – Il gelato come una volta, portandola in 15 Paesi con 600 dipendenti e 28 mln di fatturato, prima di venderla a Unilever. Oggi, sempre con Martinetti, produce vini con Mura Mura ed è coinvolto di nuovo nell’ice cream business con il progetto Lec.