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Donald Trump ha i suoi fan in Cina, ma non è abbastanza per conquistare Xi Jinping

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Velasco25 Articolo

Pretendere che il presidente cinese Xi Jinping accettasse di buon grado di assistere al suo trionfo, il 20 gennaio, era probabilmente troppo: per questo secondo gli esperti è praticamente impossibile che il leader del Dragone accetto l’invito di Donald Trump alla cerimonia del suo insediamento a Washington – un invito irrituale.

Intanto in Cina sta succedendo qualcosa di strano: nonostante le tensioni commerciali tra i due Paesi siano ancora altissime, e Trump abbia promesso nuovi dazi, sull’Internet cinese il presidente eletto e il movimento Maga sembrano aver conquistato le simpatie di diversi utenti.

L’invito di Trump

Un ‘no’ ufficiale non è arrivato, ma l’invito di Trump è stato confermato e l’ambasciata cinese negli Usa non ha condiviso informazioni in proposito, riporta AP. Ma secondo gli esperti Xi difficilmente sarà a Washington il mese prossimo. In ogni caso, se davvero accettasse sarebbe la prima volta in assoluto, e accadrebbe con il rischio, per il presidente di cinese, di celebrare un leader estero mentre quello stesso leader applica dazi fino al 60% ai prodotti della sua nazione.

Lo strano successo di Trump sulla Rete cinese

Nonostante la rete Internet del Paese sia fortemente controllata – e quindi fortemente pro Cina – una recente analisi dell’Economist racconta come il presidente statunitense sia protagonista di molti post di cittadini cinesi.

Secondo l’Economist, “nel loro mondo di ansie economiche e divari sociali profondi, alcuni aspetti del movimento MAGA sembrano familiari. I nazionalisti cinesi possono essere sorprendentemente “trumpiani”. Alcuni di loro sono persino pro-Trump”.

Se molti post raccontano i momenti più goffi del presidente Usa o prendono in giro le scelte per l’amministrazione che guiderà gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni, c’è anche chi è convinto che il nazionalismo di Trump a livello geopolitico possa aiutare Pechino, ad esempio su Taiwan. “Lo chiamano con un soprannome: Chuan Jianguo, che significa Trump il Costruttore della Nazione. È un termine ironico: intendono dire che sta rafforzando la Cina indebolendo l’America”, racconta l’Economist, che tra gli aspetti del Maga più apprezzati dai nazionalisti cinesi elenca le sue posizioni conservatrici sull’attivismo Lgbt+ .

Anche in Cina, come in occidente, sono diffuse su Internet opinioni misogine e antifemministe.

Tra le considerazioni rimarcate più spesso dagli utenti più conservatori – che tendono a minimizzare l’argomento dazi – ci sarebbe la revoca del divieto su TikTok e la nomina di Elon Musk come consulente del Governo Usa. In Cina Tesla produce una grande quantità delle sue auto.

“Nelle guerre commerciali non ci sono vincitori”

In realtà rispetto a un tempo lo stesso Governo cinese ha abbassato i toni, anche davanti ai dazi sventolati da Trump.

Nelle guerre commerciali “non ci sono vincitori”, ha detto negli scorsi giorni Xi Jinping. “Le guerre dei dazi – ha avvertito parlando con i responsabili di alcune istituzioni finanziarie internazionali a Pechino, secondo quanto riferisce l’emittente Cctv - le guerre commerciali e le guerre di tecnologie vanno contro le tendenze storiche e le regole economiche e non ci sarà alcun vincitore”.

Il Paese deve far fronte a numeri che negli ultimi anni sono stati relativamente bassi, ma Xi dice che la Cina “ha piena fiducia” nella sua capacità di centrare gli obiettivi di crescita per il 2024. “La Cina ha piena fiducia riguardo il raggiungimento dell’obiettivo di crescita economica di quest’anno”, ha detto Xi. E ha aggiunto che la Repubblica Popolare “continuerà a svolgere il suo ruolo come motore più importante della crescita economica globale”.

Se quel motore continuerà a girare anche grazie a rapporti più distesi con gli Usa sarà tutto da vedere.

 

Nell’immagine in evidenza le statue in cera di Donald Trump (L) e il presidente cinese Xi Jinping nel museo Madame Tussauds di Budapest, in una foto del 23 maggio 2023. EPA/Noemi Bruzak HUNGARY OUT

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